148 paesi disconoscono ancora una volta i legami ebraici (e cristiani) con i luoghi santi di Gerusalemme

Il vice rappresentante israeliano all’Onu: “La comunità internazionale dovrebbe smetterla di assecondare questa sfacciata riscrittura e negazione della storia”

Noa Furman, vice rappresentante permanente d’Israele alle Nazioni Unite

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato, venerdì a New York, sei risoluzioni anti-israeliane, di cui due caratterizzate dal fatto di disconoscere totalmente i legami fra l’ebraismo e il Monte del Tempio di Gerusalemme. La risoluzione principale su Gerusalemme, passata con 148 voti a favore, 11 contrari e 14 astenuti, disconosce anche qualunque sovranità israeliana a Gerusalemme. Sia questo testo che un secondo più globale sul conflitto israelo-palestinese, approvato con 156 voti favorevoli, 8 contrari e 12 astenuti, parlano del sito più sacro dell’ebraismo, il Monte del Tempio, indicandolo unicamente come al-Haram al-Sharif: il termine arabo usato dai musulmani.

Un terzo testo, approvato con 99 voti contro 10 e 66 astensioni, chiede a Israele di ritirarsi dalle alture del Golan senza porre nessuna condizione né tener contro in alcun modo degli sviluppi intervenuti su quel fronte negli anni e nei decenni scorsi.

Stati Uniti, Canada e Australia hanno votato contro tutte e sei le risoluzioni, che costituiscono il primo gruppo di una serie di circa 20 risoluzioni contro Israele che l’Assemblea Generale approva ogni anno automaticamente.

“Viviamo in un periodo caratterizzato da molte crisi che stanno imperversando in Medio Oriente e in tutto il mondo – ha commentato Noa Furman, vice rappresentante permanente d’Israele all’Onu – E’ una vergogna che le Nazioni Unite, anziché affrontare queste crisi, approvino tutte queste risoluzioni faziose e inutili”.

Una sezione di colonna risalente al periodo del Secondo Tempio (I sec. a.e.v) esposta lo scorso ottobre al Museo Israel: essa reca la più antica iscrizione in pietra della parola Yerushalayim (Gerusalemme) nella moderna grafia ebraica usata ancora oggi. La stessa grafia è attestata anche nei Rotoli del Mar Morto scritti nei secoli III-I a.e.v.

Furman si è detta particolarmente preoccupata per le due risoluzioni che ignorano totalmente i legami ebraici e cristiani con il Monte del Tempio. “Si tratta di una omissione fatta deliberatamente – spiega Furman – e costituisce un ennesimo esempio del rifiuto palestinese di riconoscere la evidente e comprovata connessione storica tra ebraismo, cristianesimo, il Monte del Tempio e Gerusalemme nel suo complesso. La comunità internazionale dovrebbe smetterla di assecondare una riscrittura e negazione della storia così sfacciata. Non si dovrebbero permettere questi spudorati tentativi di delegittimare Israele”.

L’Unione Europea, che ha appoggiato entrambi i testi, ha detto che in futuro potrebbe smettere di farlo se non verrà utilizzato un linguaggio più inclusivo in riferimento ai luoghi santi di Gerusalemme. Parlando a nome dell’Unione Europea, il rappresentante austriaco ha affermato “la necessità di un linguaggio sui luoghi santi di Gerusalemme che rifletta la loro importanza e il loro significato storico per le tre religioni monoteiste”. E ha aggiunto che “in futuro, la scelta delle parole usate potrebbe influire sul sostegno collettivo dell’Unione Europea a queste risoluzioni”. Intanto, anche questa volta la UE ha votato a favore.

Dal canto suo, il rappresentante statunitense Leslie Ordeman si è espresso contro i testi messi al voto. “Siamo delusi dal fatto che, nonostante tutte i discorsi a sostegno di una riforma, con queste risoluzioni gli stati membri delle Nazioni Unite continuino a condannare sempre e solo Israele. Come gli Stati Uniti hanno ripetutamente chiarito, questa dinamica è inaccettabile. Ancora una volta, vediamo risoluzioni che non esitano a condannare ogni tipo di azione israeliana senza dire praticamente nulla sugli attacchi terroristici palestinesi contro civili innocenti: cosa particolarmente grave adesso, quando negli attacchi missilistici dello scorso 12 novembre sono stati sparati più ordigni in un solo giorno che in qualsiasi altro momento dal 2014 a oggi”.

Sia Israele che gli Stati Uniti hanno poi contestato con forza le due risoluzioni approvate venerdì che confermano il sostegno dell’Onu alle attività della “Commissione sull’esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese” e della “Divisione per i diritti palestinesi”. “I palestinesi – ha spiegato Ordeman – sono l’unico soggetto in tutto il sistema delle Nazioni Unite con una divisione ad essi specificamente dedicata all’interno del Segretariato Generale. Il messaggio che ciò manda ai palestinesi è che essi non dovranno mai tornare al tavolo dei negoziati giacché possono contare su meccanismi prevenuti e viziati in partenza, come questi, per promuovere la loro agenda”. Il che non aiuta certo le prospettive di pace.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 2.12.18)

Il voto di venerdì scorso dell’Assemblea Generale per la risoluzione su Gerusalemme che disconosce i legami ebraici e cristiani con il Monte del Tempio