15 agosto 2016

In un messaggio video-registrato sabato nel suo bunker, per celebrare il decimo anniversario di quella che egli insiste a definire una “vittoria divina” contro Israele, Hassan Nasrallah, capo dei jihadisti sciiti libanesi filo-Iran Hezbollah, ha affermato che “Israele sa che non esiste parte del paese che sia raggiungibile dai nostri missili”. Secondo Nasrallah, la guerra dell’estate 2006 ha minato la società israeliana al punto che gli israeliani “hanno perso fiducia nel loro esercito e nella loro stessa esistenza” ed anche “gli amici di Israele non sono sicuri circa la futura esistenza di Israele”. Il capo di Hezbollah ha continuato sostenendo che la quiete al confine non è dovuta ad accordi di Israele con le Nazioni Unite o col governo libanese, ma al fatto che “Israele è scoraggiato e debole come una tela di ragno” e “teme l’eventualità di un’invasione della Galilea”. “Mentre Nasrallah vive da dieci anni nascosto in un bunker, da dieci anni i bambini israeliani giocano all’aperto e vanno a scuola senza paura – ha commentato il parlamentare laburista Amir Peretz, all’epoca ministro della difesa israeliano – Dal nostro punto di vista, questa è una vittoria più che sufficiente”.