15 maggio 2020

Israele ha approvato mercoledì l’esportazione di cannabis terapeutica, aprendo la strada a vendite all’estero che si prevede possano procurare entrate per centinaia di milioni di dollari. “E’ un passo avanti significativo per gli esportatori e l’industria israeliana – ha affermato il ministro dell’economia, Eli Cohen – che consentirà sia l’espansione delle opportunità di esportazione, sia l’aumento dell’occupazione in loco”. L’ordinanza, che ha effetto fra 30 giorni, consente agli esportatori di richiedere una licenza dal Ministero della sanità. In Israele esistono già almeno dieci aziende agricole e cinque fabbriche che soddisfano gli standard del Ministero della sanità, e alcune società hanno già raggiunto un accordo per vendere cannabis in Europa o in Canada appena le licenze saranno disponibili. All’interno di Israele è consentito l’uso medico della cannabis, mentre l’uso ricreativo è illegale ma ampiamente depenalizzato. Molti stati europei e degli Stati Uniti consentono l’uso medico. Nel 2018 il Canada è diventato il primo paese del G7 a legalizzare l’uso ricreativo in tutto il paese. Le aziende agricole israeliane, che beneficiano di un clima favorevole e dell’esperienza in tecnologie mediche e agricole, sono tra i maggiori produttori mondiali di cannabis medica.