15 novembre 2016

La commissione ministeriale israeliana per la legislazione ha approvato domenica un disegno di legge volto a limitare l’uso di altoparlanti da parte dei muezzin che chiamano alla preghiera cinque volte al giorno dai minareti delle moschee. La misura deve essere sottoposta al voto della Knesset. “Non abbiamo alcuna intenzione di ledere la libertà di religione, ma solo di evitare che essa leda i diritti degli altri cittadini” ha spiegato il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha dato il proprio sostegno all’iniziativa ricordando che restrizioni simili sono già in vigore in diverse parti d’Europa e persino in alcuni paesi musulmani. “Qui non siamo in Europa – ha commentato la parlamentare arabo-israeliana Hanin Zoabi – e chiunque creda di essere in Europa dovrebbe andarsene da qui”. “Non siamo per nulla contrari all’osservanza religiosa – ha dichiarato il parlamentare Motti Yogev (di Bayit Yehudi), co-firmatario della proposta di legge – Ma con tutti i progressi tecnologici di oggi, non c’è motivo di continuare a usare altoparlanti che investono interi quartieri alle 4 del mattino. Cento anni fa gli altoparlanti non esistevano eppure i muezzin funzionavano”. Yogev ha spiegato che negli ultimi anni sono stati fatti molti sforzi per cercare di risolvere il problema col dialogo sulla base delle leggi già esistenti, ma che non è servito a nulla. “Adesso che il problema è stato messo all’ordine del giorno, tutti parlano di dialogo – ha aggiunto Yogev – e chissà che la proposta di legge non serva per arrivare a qualche risultato prima che il disegno di legge passi le tre letture alla Knesset”. Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha avvertito domenica che tale proposta di legge “trascinerà la regione alla catastrofe”.