15 ottobre 2021

Almeno sei persone sono rimaste uccise e più di 30 ferite in scontri a fuoco scoppiati giovedì a Beirut,ì durante una protesta dei sostenitori di Hezbollah contro Tarek Bitar, il giudice che indaga sulla devastate esplosione dell’anno scorso al porto di Beirut. Hezbollah e i suoi alleati si oppongono alle indagini di Bitar sostenendo che il giudice è di parte e lavora per scopi politici. Ma giovedì un tribunale libanese ha respinto l’ultima denuncia presentata contro di lui, consentendogli di riprendere il lavoro. Il deputato libanese Ali Hassan Khalil, alleato di Hezbollah, aveva sporto denuncia dopo che Bitar aveva emesso un mandato di cattura contro di lui per essersi rifiutato di presentarsi a un interrogatorio. Lunedì il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha attaccato Bitar dicendo che il giudice sta usando il caso per obiettivi politici. Il parlamentare Khalil aveva avvertito che ci sarebbe stata una “escalation politica, e forse anche di altro tipo”. Dal canto loro, le famiglie delle vittime dell’esplosione hanno messo in guardia contro la sostituzione o l’intimidazione di Bitar, avvertendo di “tenere giù le mani dalla magistratura”. Secondo l’ex deputato Mustapha Allouch, la situazione attuale sta ripetendo quella dell’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri, poiché come allora Hezbollah sente che l’inchiesta punta nella sua direzione.