16 agosto 2019

Ribaltando una precedente posizione, il governo israeliano ha deciso che non consentirà alle congressiste Usa Ilhan Omar e Rashida Tlaib di entrare nel paese a causa della loro esplicita posizione a favore del boicottaggio e della delegittimazione dello stato ebraico. Lo ha annunciato giovedì il primo ministro Benjamin Netanyahu con una dichiarazione in cui dice che nessun paese al mondo rispetta il Congresso degli Stati Uniti più di Israele, ma che la legge israeliana proibisce l’ingresso a coloro che esortano a boicottare il paese e ricorda che anche altri paesi, Usa compresi, vietano l’ingresso a coloro che ritengono siano intenzionati soltanto a danneggiare il paese (il riferimento è all’allora parlamentare israeliano di estrema destra Michael Ben Ari, già membro del partito Kach, cui venne negato il visto d’ingresso negli Usa nel 2012). Netanyahu ha sottolineato che Israele è una libera democrazia aperta a tutte le critiche, ma non ai boicottaggi. “Le congressiste Tlaib e Omar sono attiviste di punta nel promuovere leggi pro-boicottaggio contro Israele nel Congresso degli Stati Uniti” ha ricordato Netanyahu, aggiungendo che Israele ha ricevuto solo pochi giorni fa il loro itinerario dal quale appare evidente che “pianificavano una campagna il cui unico scopo era rafforzare il boicottaggio e minare la legittimità di Israele”. Netanyahu ha osservato che il loro programma parlavano solo di “Palestina” e non in Israele e che, contrariamente a tutti gli altri rappresentanti democratici e repubblicani americani del passato, non prevedeva nessun incontro con rappresentanti ufficiali israeliani, né del governo né dell’opposizione. Netanyahu ha anche affermato che Miftah, la ong che sponsorizzava il viaggio, è fervente sostenitrice del BDS e include membri che hanno sostenuto il terrorismo contro Israele. Il mese scorso, durante un dibattito alla Camera su una risoluzione anti-boicottaggio, Tlaib fece gli esempi delle Germania nazista e del Sudafrica dell’apartheid per sostenere il boicottaggio contro Israele. La decisione di vietare l’ingresso è stata presa dal ministro degli interni Aryeh Deri e appoggiata dal primo ministro. Deri ha chiarito che se Tlaib, che ha parte della famiglia in Cisgiordania, chiederà un visto d’ingresso per motivi umanitari per incontrare i suoi famigliari, la domanda verrà presa in considerazione fatte salve le condizioni pertinenti. La decisione di Netanyahu e Deri, vivacemente contestata sia dall’opposizione in Israele che dagli ambienti del Congresso americano (compresa AIPAC, l’influente American Israel Public Affairs Committee), è giunta poco dopo che il presidente Usa Donald Trump aveva pubblicamente sollecitato Israele a bloccare la visita delle due congressiste.