16 settembre 2021

Israele potrebbe accettare il ritorno a un accordo sul nucleare iraniano mediato dagli Stati Uniti purché vi sia un energico piano B fatto di sanzioni e forte pressione politica, economica e diplomatica da parte di Stati Uniti, Europa, Russia e Cina nel caso l’accordo dovesse fallire, e si riserva un piano C come risposta militare per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari nel caso dovesse spingersi fino a quel punto. Lo ha detto martedì a Foreign Policy il ministro della difesa israeliano Benny Gantz. “Israele non ha la capacità di guidare un vero piano B – ha spiegato Gantz – Noi non possiamo mettere insieme un regime di sanzioni economiche internazionali. Questo deve essere guidato dagli Stati Uniti. L’Iran deve temere che gli Stati Uniti e i loro partner fanno sul serio”. Circa il “piano C”, Gantz ha detto: “Se arriva il momento critico, ci saremo. Noi non siamo l’America, ma abbiamo i nostri mezzi”. Gantz ha poi avvertito che se le potenze mondiali non riusciranno a impedire all’Iran di acquisire un’arma nucleare, ciò porterà a una corsa alle armi nucleari: “Altri stati non staranno semplicemente zitti a guardare. Le compreranno direttamente dal Pakistan o da chiunque altro”. Successivamente un portavoce del ministro ha chiarito che Gantz non sostiene un ritorno americano al piano del 2015, ma che accetterebbe un nuovo accordo più duraturo, più ampio e più energico. Circa il conflitto con i palestinesi e le possibili soluzioni, Gantz ha detto che “qui occorrono due entità politiche” e ha definito il miglioramento del dialogo con i palestinesi “un valore della massima importanza”. Tuttavia, ha aggiunto: “Abu Mazen sogna ancora le linee del 1967, ma questo non accadrà”.