17esimo anniversario dell’attentato all’Università di Gerusalemme

Da allora l’Autorità Palestinese ha premiato i terroristi autori della strage con più di 1,2 milioni di dollari

Campus sul Monte Scopus dell’Università di Gerusalemme. All’ingresso della caffetteria-ristorante “Frank Sinatra”, l’albero piantato in memoria delle vittime dell’attentato del 31 luglio 2002 (clicca per ingrandire)

Il 31 luglio di 17 anni fa una bomba palestinese esplodeva nella caffetteria dell’Università di Gerusalemme uccidendo nove persone, tra studenti e docenti, di cui cinque cittadini americani, e ferendone oltre 80 (tra cui una studentessa italiana, ndr). Si trattava di uno dei tanti attentati compiuti da un’unica cellula terroristica.

Sei palestinesi vennero arrestati e condannati a più ergastoli per quella strage. Dopo il loro arresto, processo e condanna, l’Autorità Palestinese ha premiato i terroristi detenuti versando loro non meno di 4.371.100 shekel (1.257.259 dollari).

Fra i terroristi condannati per l’attentato all’Università di Gerusalemme, e per altri attentati, figurano Adballah Barghouti (riconosciuto responsabile della morte complessivamente di 67 persone) e Ibrahim Hamed (riconosciuto responsabile della morte di 54 persone). A partire dalla loro condanna a più ergastoli fino al giugno 2019, l’Autorità Palestinese ha versato loro in tutto 1.271.000 shekel (339.862 dollari) e continua a pagare i loro vitalizi per migliaia di shekel al mese.

Gli altri quattro terroristi della cellula responsabile dell’attentato alla caffetteria universitaria – Wael Qassem, Wassim Abbasi, Alla Aldin Abbasi e Muhammed Odeh – risultavano residenti a Gerusalemme, il che dà loro diritto a un supplemento di retribuzione di 300 shekel al mese. A ciascuno di loro sono stati versati più di 770.000 shekel (220.733 dollari) a partire dal loro arresto nell’agosto 2002. Ciascuno di loro percepisce attualmente 7.300 shekel al mese (1.951 dollari).

Studenti e docenti uccisi dall’attentato palestinese del 2002 all’Università di Gerusalemme (clicca per ingrandire)

Nonostante la crisi finanziaria (che si è auto-inflitta), dall’inizio di quest’anno l’Autorità Palestinese ha versato in tutto ai sei terroristi quasi 300.000 shekel (86.000 dollari).

L’Autorità Palestinese si è obbligata a pagare gli stipendi mensili ai terroristi detenuti quando ha approvato nel 2004 la “Legge sui prigionieri e prigionieri rilasciati”. L’ammontare esatto da versare ai terroristi è stabilito nei regolamenti approvati dal governo dell’Autorità Palestinese e cresce in proporzione al crescere degli anni di condanna, cioè della gravità degli attentati commessi. Il presidente Abu Mazen ha aumentato già due volte gli stipendi che l’Autorità Palestinese versa ai terroristi detenuti.

I principali dirigenti dell’Autorità Palestinese hanno spiegato in più occasioni che l’Autorità Palestinese è “tenuta” a pagare stipendi ai terroristi palestinesi in carcere e alle famiglie degli attentatori morti compiendo attentati perché si tratta di “soldati” che sono stati “inviati “dall’Autorità Palestinese e che “non hanno agito per motivi personali ma nell’interesse nazionale”. Particolarmente significativa l’affermazione secondo cui terroristi e stragisti hanno agito “su ordine” dall’Autorità Palestinese.

La “Legge sui prigionieri e prigionieri rilasciati” vieta all’Autorità Palestinese di firmare qualsiasi accordo di pace che non preveda la scarcerazione di tutti i terroristi condannati, compresi i sei responsabili dell’attentato all’Università di Gerusalemme e di tante altre stragi.

(Da: PMW Bulletin, 31.7.19)