18 marzo 2020

Lunedì notte il governo israeliano, riunto in teleconferenza, ha approvato all’unanimità il via libera ai servizi di sicurezza perché utilizzino tecnologia di monitoraggio e tracciabilità digitale (normalmente usata per l’attività anti-terrorismo) per tracciare i movimenti dei cittadini positivi al coronavirus e aiutare in questo modo l’azione di contrasto all’epidemia da parte delle autorità sanitarie. Il provvedimento ha suscitato vivacissime polemiche circa la tutela della privacy e delle garanzie costituzionali, e per le modalità della sua approvazione d’urgenza senza attendere l’esame della Commissione competente della Knesset. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato la necessità di agire nell’arco di poche ore e il carattere provvisorio della misura. Dal canto loro, i servizi di sicurezza hanno garantito che passeranno i dati solo al Ministero della salute senza trattenerli, e che non saranno direttamente coinvolti nel far applicare le regole della quarantena, compito che resta appannaggio della polizia.