18 ottobre 2021

Netflix ha lanciato sul suo servizio di streaming globale, Israele compreso, una raccolta di 32 film di palestinesi e sui palestinesi intitolata “Palestinian Stories”. (Netflix distribuisce i suoi contenuti in tutto il mondo, inclusi prodotti israeliani come Fauda che sono stati molto visti nel mondo arabo). La ong israeliana “Im Tirtzu” ha esaminato i registi dei film della nuova serie “Palestinian Stories” e ha scoperto che dei 19 registi che li hanno realizzati, almeno 15 hanno espresso sostegno al movimento BDS per il boicottaggio anche culturale contro Israele. Tuttavia questi registi non hanno finora espresso nessuna preoccupazione per il fatto che i loro film vengono mostrati sul servizio Netflix israeliano. Ameen Nayfeh, regista di The Crossing, uno dei film inclusi nella serie, ha dichiarato a Reuters di esserne ben felice: “E’ per questo che facciamo film – ha detto Nayfeh – perché vogliamo che le nostre storie viaggino e che la gente sappia di noi.” Ma lo scorso maggio Nayfeh e altri di questi registi hanno firmato una dichiarazione in cui chiedono ai governi di “tagliare i rapporti commerciali, economici e culturali con Israele” definendo Israele “un regime di apartheid”. In passato, il movimento BDS ha esortato a boicottare film di registi che violavano le sue linee guida. Ad esempio, ha sostenuto il boicottaggio dei film di Ziad Doueiri, il regista libanese del film candidato all’Oscar 2017 The Attack, perché nel 2012 aveva girato in parte in Israele con attori israeliani. Fino a domenica sera il BDS non ha risposto a una richiesta del Jerusalem Post di commentare il fatto che film palestinesi vangano mostrati su Netflix in Israele.