20 aprile 2021

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso sostegno, lunedì, alla proposta di elezione diretta del primo ministro come modo per porre fine al ciclo di elezioni anticipate e prevenire il rischio di una quinta tornata elettorale inconcludente. A Netanyahu restano due settimane di tempo per formare una coalizione di governo che al momento non si intravede nonostante le intense trattative. “Invece di formare governi assurdi, ad esempio con un primo ministro che ha ricevuto solo sette seggi alle elezioni, si tengano elezioni dirette per il primo ministro” ha detto Netanyahu, alludendo alla possibilità che Naftali Bennett raggiunga un accordo di rotazione con il leader dell’opposizione Yair Lapid. Secondo i sondaggi, in un’elezione diretta Netanyahu otterrebbe la maggioranza relativa rispetto ai suoi possibili concorrenti. La proposta per l’elezione diretta del primo ministro è stata avanzata dall’alleato di Netanyahu, Aryeh Deri, leader del partito ultra-ortodosso Shas. Negli anni ‘90 Israele ha tenuto elezioni dirette per il primo ministro, ma la norma è stata successivamente abrogata perché considerata controproducente rispetto all’obiettivo della stabilità di governo. Deri lunedì ha esortato i parlamentari a sostenere la proposta dicendo di non vedere “nessun’altra soluzione”. Dal canto suo, Yair Lapid ha respinto la proposta affermando: “Chiamiamo le cose con il loro nome: sarebbero le quinte elezioni [dall’aprile 2019]. Ma non c’è bisogno di altre elezioni: le elezioni sono state fatte e per la quarta volta Netanyahu non è in grado di formare un governo. Dunque noi chiederemo il mandato per formare un governo di unità”. Lapid ha aggiunto che il suo partito Yesh Atid presenterà un disegno di legge che ponga un limite al numero di mandati del primo ministro.