20 luglio 2022

Uno scavo preventivo, condotto dall’Istituto di Archeologia dell’Università di Gerusalemme presso il Monte del Tempio (in vista dei lavori per garantire un passaggio per disabili tra Città Vecchia e Muro Occidentale), ha portato alla luce un bagno rituale ebraico (mikvè) risalente al tardo periodo del Secondo Tempio (I sec. e.v.), in cima a quella che il coevo storico Giuseppe Flavio definiva “Città Alta”, cioè l’area dove viveva l’élite di Gerusalemme ai tempi di Erode il Grande. Il bagno rituale si trovava all’interno di una villa privata ed è ricavato nel basamento roccioso, con soffitto a volta e pregevoli murature tipiche del periodo erodiano. Nei pressi della villa è stata scoperta una cisterna d’acqua intonacata. La struttura risulta utilizzata fino alla distruzione del Secondo Tempio da parte di Roma nel 70 e.v. Gli scavi, supervisionati da Michal Haber e Oren Gutfeld dell’Università di Gerusalemme, hanno portato alla luce anche altri reperti che vanno dal periodo del Secondo Tempio ai periodi romano-bizantino e ottomano. In particolare, è stata trovata una vasca costruita dai soldati della X Legione di Roma di stanza a Gerusalemme dopo l’istituzione nel 130 e.v. della colonia romana Aelia Capitolina recante le lettere “LXF” (Decima Legio Fretensis), e una lampada bizantina con la scritta in greco “La luce di Cristo risplende per tutti”.

Il bagno rituale ebraico (a sinistra) e i circostanti resti di strutture di epoca erodiana (clicca per ingrandire)