21 febbraio 2019

Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha annunciato mercoledì che rifiuterà i fondi fiscali riscossi da Israele a causa della decisione del governo israeliano di iniziare a detrarre dalla somma circa il 5%, pari a quanto l’Autorità Palestinese versa in vitalizi ai terroristi detenuti e ai famigliari di terroristi “martiri” (morti compiendo attentati). In base agli accordi di pace, Israele riscuote le tasse in Cisgiordania e nella striscia di Gaza e, dopo aver detratto i pagamenti per elettricità, acqua, fognature e cure mediche, le versa mensilmente all’Autorità Palestinese, la quale afferma di ricevere circa 222 milioni di dollari al mese. Martedì sera e mercoledì Abu Mazen ha detto e ripetuto alla radio palestinese che continuerà a pagare i vitalizi anziché accettare da Israele un trasferimento parziale delle entrate fiscali. “Rifiutiamo le tasse, non le vogliamo – ha detto Abu Mazen a un gruppo di membri del Congresso Usa in visita a Ramallah – e se restassimo con soli 20 o 30 milioni di shekel, che è la somma versata alle famiglie dei martiri, li verseremmo alle famiglie dei martiri”. Israele e Stati Uniti affermano che la politica dei vitalizi ai terroristi premia, glorifica e incrementa le violenze palestinesi (in sé una violazione degli Accordi di Oslo). Il mese scorso i palestinesi hanno rifiutato circa 60 milioni di dollari in aiuti annuali americani nel timore di esporsi a cause legali in base alle nuove leggi degli Stati Uniti contro il finanziamento indiretto del terrorismo.