22 maggio 2020

Numerosi siti web israeliani sono stati presi di mira, giovedì mattina, da un attacco informatico avvenuto pochi giorni dopo che era stato attribuito a Israele un attacco informatico ai sistemi di gestione di un porto iraniano, a sua volta descritto come la reazione a un precedente tentativo iraniano di penetrare nel sistema che gestisce la risorse idriche israeliane. Secondo la National Cyber Directorate israeliano, l’attacco potrebbe essere opera dell’Iran o di Hamas, autori di attacchi analoghi in occasione della Giornata di al-Quds (Gerusalemme). Secondo altri esperti, invece, gli hacker di lingua araba all’origine dell’attacco non si trovavano in Iran, ma in Turchia, Nord Africa e Gaza. Sui siti colpiti giovedì è comparso un video che mostra città israeliane bombardate e messaggi che annunciano la distruzione dello stato ebraico. Alla fine del video, la frase in ebraico: “Israele non sopravvivrà i prossimi 25 anni”. La Check Point Software Technologies ha stimato in 300 il numero di siti interessati. Nonostante la cifra, gli esperti hanno detto che la portata dell’attacco è stata relativamente modesta perché sono stati tutti attaccati tramite un unico punto di accesso, concentrato su un solo server israeliano rivelatosi vulnerabile. Nessun danno è stato rilevato alle strutture informatiche statali ufficiali.

Una schermata del video di giovedì: “Il conto alla rovescia della distruzione di israele è iniziato da molto tempo fa” (clicca per ingrandire)