23 giugno 2020

La Municipalità di Tel Aviv-Giaffa ha dichiarato domenica che consentirà alle coppie dello stesso sesso e ad altre unioni non tradizionali di registrare la propria unione all’anagrafe municipale per poter beneficiare dei diritti matrimoniali. Il sindaco della città, Ron Huldai, ha voluto annunciare la decisione in coincidenza con la Settimana Pride. In Israele il matrimonio gay non è illegale ma il Rabbinato, che ha giurisdizione sui matrimoni dei cittadini ebrei, rifiuta di riconoscerlo. Da sempre le coppie israeliane che non possono o non vogliono far consacrare la loro unione dal Rabbinato celebrano all’estero le unioni civili, inter-religiose e omosessuali (di solito nella vicina Cipro). Successivamente lo stato riconosce legalmente il matrimonio dopo che le coppie l’hanno registrato presso il Ministero degli interni. Il cambiamento nella politica matrimoniale annunciato da Tel Aviv, e auspicato dal sindaco per il resto del paese, sebbene progettato principalmente per le coppie LGBT consentirà anche alle coppie laiche e a quelle contrarie al matrimonio religioso di essere riconosciute come sposate senza doversi recare all’estero.

Il Municipio di Tel Aviv illuminato coi colori del Gay Pride (clicca per ingrandire)