24 aprile 2020

Israele sta prendendo misure per garantire la sopravvivenza dell’Autorità Palestinese. Lo ha detto giovedì al Consiglio di Sicurezza il coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Nickolay Mladenov, citando in particolare gli incontri con il ministro delle finanze israeliano Moshe Kahlon che ha assicurato che il gettito fiscale riscosso da Israele e trasferito all’Autorità Palestinese non scenderà sotto i 137 milioni di dollari al mese. Il mese scorso Kahlon, su consiglio del capo di stato maggiore israeliano Aviv Kochavi, aveva acconsentito al trasferimento di fondi fiscali per 120 milioni di shekel come aiuto d’emergenza all’Autorità Palestinese in deroga alla decisione di Israele di detrarre dal gettito fiscale la cifra che l’Autorità Palestinese versa come vitalizi a terroristi carcerati e famigliari di terroristi morti compiendo attentati: cifra che ammonta a oltre un miliardo di shekel del suo bilancio annuale e che l’Autorità Palestinese continua versare. Già in precedenza Mladenov aveva elogiato Israele e palestinesi per la loro “eccellente collaborazione” nella lotta contro il coronavirus. Nella riunione del Consiglio di Sicurezza, il rappresentante palestinese Riyad Mansour ha accusato Israele di aver distrutto ambulatori palestinesi e di aver lasciato “milioni di palestinesi, compresi bambini e carcerati, in pericolo di contagio”. In una lettera al Consiglio di Sicurezza, Mansour ha anche ribadito la calunnia secondo cui i soldati israeliani diffonderebbero deliberatamente la covid-19 fra i palestinesi e ostacolerebbero gli sforzi dell’Autorità Palestinese per combattere il virus.