24 luglio 2016

L’ex generale saudita Anwar Eshki e un gruppo di imprenditori e accademici sauditi hanno incontrato venerdì a Gerusalemme una delegazione guidata dai parlamentari israeliani Ksenia Svetlova e Omer Bar-Lev (di Unione Sionista) e da Esawi Frej e Michal Rozin (del Meretz). Eshki ha anche incontrato separatamente il direttore generale del ministero degli esteri, Dore Gol, e il Coordinatore delle attività governative israeliane nei territori, Yoav Mordechai. Svetlova ha detto che gli incontri sono importanti perché Eshki, che attualmente dirige il think tank indipendente Middle East Institute, è una personalità vicina al re saudita Salman e al figlio Mohammad. L’Arabia Saudita non ha relazioni diplomatiche con Israele. La delegazione ha anche visitato Ramallah, incontrandosi con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Eshki ha detto domenica a radio Galei Tzahal che una soluzione a due stati eliminerebbe il pretesto usato dall’Iran per sostenere gruppi terroristici regionali. “Non ci sarà pace con i paesi arabi prima che ci sia la pace con i palestinesi – ha detto Eshki – Il conflitto israele-palestinese non è la fonte del terrorismo, ma crea un terreno fertile per atti di terrorismo. Se il conflitto verrà risolto, i paesi che sfruttano la questione palestinese, vale a dire l’Iran, non potranno più approfittarne”. Il partito israeliano di estrema sinistra Hadash (parte della Lista Araba Comune) ha condannato la visita saudita dicendo che essa “legittima” Israele. “La visita fa parte della normalizzazione della cooperazione tra Arabia Saudita e Israele contro l’Iran, la Siria e movimenti di resistenza nella regione”, si legge nel comunicato. Due settimane fa Hadash aveva condannato per lo stesso motivo la visita a Gerusalemme del ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry.