25 anni di libertà civili in Israele

Venticinque anni fa Herman Schwartz fondava in Israele un programma ispirato ai principi umani ebraici e ai diritti civili per cui si era battuto Martin Luther King: oggi la sua iniziativa è un modello che fa scuola in mezzo mondo

Da un articolo di Karin Kloosterman

image_2567Il sogno di Martin Luther King era che gli afroamericani e le altre minoranze in America godessero degli stessi diritti civili di tutti gli altri cittadini degli Stati Uniti. Questo sogno lo pagò con la vita, ma alla fine si è avverato.
Quando il prof. Herman Schwartz, un avvocato americano dei diritti civili, arrivò per la prima volta in Israele 26 anni fa, constatò una profonda differenza tra l’era post Martin Luther King negli Stati Uniti e il movimento per i diritti civili in Israele, che era ancora molto indietro.
Per cambiare tutto ciò, nel 1983 fondò il US/Israel Civil Liberties Law Program, volto a creare un tribunale per i diritti civili in Israele.
Con l’aiuto di due legali israeliani scelti appositamente e finanziati dal programma ogni anno, negli ultimi due decenni e mezzo il programma ha profondamente influito sul movimento israeliano per i diritti civili, sia nella sfera legale che nelle comunità in tutto il paese, dove il programma ha avuto un impatto positivo sui diritti degli arabi e dei nuovi immigrati ebrei dall’ Etiopia, oltre che sulle leggi che aiutano a proteggere l’ambiente e gli anziani.
Quest’anno, ospiti prestigiosi da Israele e dagli Stati Untii si sono riuniti a Tel Aviv per celebrare i 25 anni da quando Schwartz, che attualmente amministra il programma, cominciò ad inseguire il suo sogno, con l’aiuto del New Israel Fund e dell’American University Washington College of Law.
Le celebrazioni dell’anniversario hanno contemplato seminari con il prof. Aharon Barak , ex giudice capo della Corte Suprema d’Israele, il prof. Claudio Grossman, decano dell’American University Washington College of Law, e la prof. Naomi Chazan, presidente del New Israel Fund. Tra i presenti, anche l’ambasciatore americano James B. Cunningham.
Schwartz, un dirigente del Washington College of Law Center for Human Rights and Humanitarian Law, oltre che membro dei consigli d’amministrazione della Foundation for a Civil Society, dello Helsinki Watch e di altre organizzazioni nazionali ed estere di pubblico interesse, dice che di essere diventato maggiorenne col movimento americano per le libertà civili. “Non ho visto la stessa cosa qui in Israele e mi è sembrato che sia la nostra esperienza che la nostra pratica della legge americana sarebbero state molto utili qui – spiega – Sono sempre stato fortemente sionista nella mia convinzione che Israele sia il posto giusto per il popolo ebraico; e che dovrebbe essere un posto improntato a quelle che io considero le principali linee di condotta nella cultura ebraica: giustizia, compassione e così via”.
Come parte della loro borsa di studio, i borsisti prescelti trascorrono un anno negli Stati Uniti. Mentre ottengono un Master in Diritti Civili, fanno anche un internato con gruppi di studio americani come American Civil Liberties Union, Human Rights’ Watch e Council on American Islamic Relations.
Secondo il New Israel Fund, co-sponsor dello US/Israel Civil Liberties Law Program, i borsisti hanno disputato decine di cause che hanno fatto epoca, che hanno influenzato la legislazione e formato le politiche pubbliche in Israele. Gli effetti durevoli si possono vedere nel diritto ambientale e dei disabili, oltre che nella libertà religiosa e nel pluralismo in Israele.
Essendo Israele l’unica vera democrazia in Medio Oriente, non c’è dubbio che gli effetti di questo programma abbiano avuto risonanza in tutta la regione. “La gente nella mia scuola e studenti di altri paesi hanno interagito con i borsisti nel corso degli anni” racconta Schwartz, osservando come essi siano stati parte integrante della grande comunità internazionale delle libertà civili. “Uno dei maggiori scopi del programma era che gli avvocati arabi della comunità araba d’Israele sviluppassero proprie competenze senza dipendere dalla comunità ebraica”, dice Schwartz. Il gruppo Adalah per i diritti arabo-israeliani è stato “uno degli esempi più fulgidi di successo del nostro progetto, con reputazione e supporto mondiale”, aggiunge con orgoglio.
Un ex borsista del programma è Bana Shoughry-Badarne, una avvocatessa dei diritti umani arabo-israeliana che ora sta nel comitato che aiuta a scegliere i futuri borsisti. Ha lavorato per conto della comunità beduina israeliana e di altri gruppi israeliani vulnerabili, e all’interno della comunità palestinese. Oggi Shoughry-Badarne lavora nel campo dei diritti dei detenuti per assicurare che non vengano maltrattati. La borsa le ha permesso di ottenere una laurea avanzata negli Stati Uniti e di aiutare le comunità a cui tiene. Assicurare diritti uguali per le donne palestinesi che vivono in Israele è una delle sue priorità.
A partire dal suo successo in Israele, il programma si è andato ampliando ed ora accetta domande dall’Europa centrale e orientale. È stato anche riproposto alla Columbia University Law School, con l’aiuto di Schwartz che ha lavorato per i diritti umani sia negli Stati Uniti che all’estero per oltre quanrant’anni. Attualmente è consulente di parecchi paesi dell’ex blocco sovietico sulla riforma dei diritti umani e costituzionali, ed ha rappresentato gli Stati Uniti parecchie volte ai congressi dell’ONU.

(Da: Israel 21c, 22.07.09)

Nella foto in alto: il prof. Herman Schwartz