25 novembre 2021

Il Belgio ha annunciato mercoledì l’intenzione di etichettare come “not made in Israel” i prodotti israeliani realizzati in Giudea e Samaria sostenendo di voler “assicurare i diritti umani in Cisgiordania”. Come parte dell’accordo di coalizione dell’attuale governo belga, i partiti di sinistra hanno voluto che il governo imponesse l’etichettatura discriminante. Il governo ha anche detto che prenderà in considerazione la possibilità di boicottare del tutto le merci prodotte nelle comunità ebraiche in Giudea, Samaria. Il viceministro degli esteri israeliano Idan Roll, attualmente a Bruxelles, ha immediatamente annullato tutti gli incontri programmati con i politici belgi dicendo che “la decisione del governo belga rafforza gli estremisti, non aiuta a promuovere la pace nella regione e fa del Belgio un soggetto che non contribuisce alla stabilità del Medio Oriente”. Il Ministero degli esteri israeliano ha condannato la decisione di Bruxelles affermando che essa “danneggia sia gli israeliani che i palestinesi e va contro la politica del governo israeliano che mira a migliorare la vita dei palestinesi, a rafforzare l’Autorità Palestinese e a migliorare i rapporti fra Israele ed Europa”.