26 febbraio 2018

I capi delle Chiese cattolica, anglicana, armena e ortodossa di Gerusalemme hanno decretato domenica, per la prima volta nella storia d’Israele, la chiusura fino a nuovo avviso della Basilica del Santo Sepolcro come protesta contro recenti mosse delle autorità israeliane, fra cui la decisione della Municipalità di Gerusalemme di riscuotere le tasse sugli immobili di proprietà delle Chiesa non adibiti al culto e un disegno di legge proposto alla Knesset che limiterebbe le possibilità delle Chiese di svendere terreni ad anonimi privati. Due settimane fa la Municipalità di Gerusalemme ha notificato ai Ministeri delle finanze, degli interni, degli esteri e all’Ufficio del primo ministro che inizierà a riscuotere un totale di 190 milioni di dollari in tasse dovute da 887 proprietà religiose che non sono luoghi di preghiera, una decisione definita dai capi delle Chiese come “una campagna sistematica di abusi senza precedenti contro le Chiese e i cristiani in Terra Santa”. In una conferenza stampa il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha sottolineato che “la Basilica del Santo Sepolcro e i luoghi di culto di tutte le Chiese sono esenti dalle tasse municipali e questo non cambierà”. E ha aggiunto: “Ma a qualcuno sembra ragionevole che aree commerciali come alberghi, sale da pranzo e negozi siano esenti da imposte comunali solo perché appartengono alle Chiese? Perché mai l’Hotel Mamilla deve pagare le tasse comunali e l’Hotel Notre Dame, che è proprio di fronte, ne è esente? Non sono disposto a far pagare agli abitanti di Gerusalemme il debito delle Chiese verso il fisco”. Circa la proposta di legge sulle vendite, il suo obiettivo dichiarato è proteggere centinaia di cittadini proprietari di case dalla possibilità che le società private anonime non estendano i contratti di locazione costringendoli a pagare nuovamente (in Israele la proprietà della casa e quella del terreno su ci essa si trova sono distinte). Le Chiese, che sono i maggiori proprietari terrieri nella città, sostengono che una simile legge renderebbe più difficile trovare acquirenti per i loro terreni. Rachel Azaria, la parlamentare di Kulanu autrice del disegno di legge, ha specificato che “i terreni di proprietà delle Chiese restano loro e nessuno vuole toccarli. La proposta riguarda ciò che accade quando i diritti vengono venduti a una terza parte. I bassi prezzi a cui sono stati venduti interi quartieri mostrano che si trattava di un’operazione speculativa. Il Patriarcato non c’entra, perché si tratta di terreni che sono stati venduti a imprese private”.