26 febbraio 2020

“Al mondo arabo è stato fatto il lavaggio del cervello con la retorica anti-sionista e anti-israeliana. Ma il mondo è cambiato. Altri sono i pericoli in aumento. Il modo di pensare arabo verso Israele è diventato arcaico. Israele deve essere trattato come uno stato che esiste”. Lo ha detto il professore franco-marocchino Youssef Chiheb parlando lo scorso 12 febbraio a France 24 Arabic TV. “Secondo me – ha continuato Chiheb nell’intervista, tradotta da MEMRI – il pericolo maggiore che minaccia il mondo arabo è l’Iran, il movimento sciita nella regione, la proliferazione delle armi di distruzione di massa e la diffusione del terrorismo nel sub-Sahara e nella regione del Sahel. Israele non è nemico del Marocco. Israele non ha problemi con il Marocco e non odia il Marocco”. Rispondendo alla domanda se la causa palestinese non sia la causa numero uno degli arabi, Chiheb ha detto: “Lo era una volta, ma non lo è più. Era parte del senso comune, ma tutti i regimi arabi hanno usato la causa palestinese per loro scopi interni. Nessun leader arabo ha offerto una soluzione ai palestinesi”. Chiheb ha poi aggiunto che vent’anni fa Yasser Arafat stava per firmare l’accordo proposto da Ehud Barak e Bill Clinton, ma “i paesi arabi intervennero e lo accusarono di tradimento”. E ha concluso: “Nel modo di pensare arabo, noi siamo ancora le vittime delle guerre crociate. Crediamo ancora che in ogni arabo ci sia un Saladino, ma il mondo è cambiato”.