27 gennaio 2021

Circa 900 sopravvissuti alla Shoà sono deceduti a causa del coronavirus, nel 2020 in Israele. Lo ha riferito martedì l’Ufficio Centrale di Statistica israeliano aggiungendo che i sopravvissuti contagiati dal virus sono stati circa 5.300, per cui il tasso di mortalità è stato del 17%, solo leggermente superiore al tasso di mortalità del 16% osservato nella popolazione generale per la stessa fascia di età. Dai dati diffusi l’Ufficio Centrale di Statistica alla vigilia della Giornata della Memoria risulta che, a dicembre, in Israele vivevano in totale 179.600 sopravvissuti o scampati alla Shoà, per il 60% donne. Il 64% di loro proviene dall’Europa, mentre l’11% proviene dall’Iraq, il 16% dal Marocco, il 4% dalla Tunisia, il 2% da Algeria e Libia. I sopravvissuti dal mondo musulmano sono scampati a pogrom di ispirazione nazista, come il pogrom di Farhud del 1941 in Iraq, o sono fuggiti da territori controllati dai nazisti o loro alleati, come il Marocco e la Tunisia governati dal governo di Vichy. Tutti i sopravvissuti hanno più di 75 anni e il 17% di loro ha più di 90 anni.

Joseph Zalman Kleinman, 92 anni, sopravvissuto alla Shoà, in un centro vaccinazioni anti-coronavirus a Gerusalemme (clicca per ingrandire)