28 gennaio 2022

Sta suscitando un certo scalpore, in Israele, il documentario Tantura, presentato in anteprima al Sundance Film Festival la scorsa settimana, che ripropone la tesi di un “massacro” di prigionieri arabi che sarebbe avvenuto subito dopo la fine dei combattimenti nell’omonimo villaggio costiero palestinese (35 km a sud di Haifa) nel maggio 1948, durante la guerra d’Indipendenza d’Israele. Riprendendo la ricostruzione fatta negli anni ’90 per la tesi di master all’Università di Haifa dallo studioso Theodore Katz, oggetto nel 2000 di una causa per diffamazione vinta da un gruppo di veterani della Brigata Alexandroni, il film del regista Alon Schwarz si avvale di numerose interviste a testimoni, sia arabi che ebrei. Tra i veterani intervistati, alcuni ribadiscono che nessun palestinese venne ucciso al di fuori del contesto della battaglia; altri invece affermano che vi furono effettivamente un certo numero di uccisioni di prigionieri disarmati, pur presentando versioni piuttosto contraddittorie circa il loro numero e le modalità dei fatti. Nel documentario intervengono anche alcuni accademici che ribadiscono le loro critiche alla metodologia e ai risultati della tesi di master di Katz, interamente basata sulla “storia orale”. “Sono un sionista – ha dichiarato il regista Alon Schwarz – e penso che gli ebrei debbano avere il loro stato, ma penso che sia per noi fondamentale conoscere a fondo la nostra storia”.