28 ottobre 2015

Il capo del “ramo settentrionale” del Movimento Islamico israeliano, Raed Salah, ha perso il ricorso in appello alla Corte Distrettuale di Gerusalemme contro una condanna del 2007 per razzismo e istigazione alla violenza e dovrà scontare 11 mesi di reclusione a partire dal 15 novembre. In un sermone tenuto nel 2007 a Gerusalemme Salah, oggi 57enne, aveva espresso fra l’altro la speranza che “le vie di Gerusalemme” venissero “purificate con il sangue degli innocenti sparso per separare dalle loro anime i soldati dell’occupazione israeliana, anche nella benedetta al-Aqsa”, e aveva affermato: “Il nostro momento più bello sarà quando incontreremo Allah come martiri in al-Aqsa”. “Salah è stato condannato per una legittima dichiarazione politica” ha sostenuto martedì Mohammed Barakeh, capo del Comitato Arabo di sorveglianza ed ex parlamentare arabo-israeliano di Hadash. La scorsa settimana, in un post su Facebook Salah aveva nuovamente accusato Israele di tramare per distruggere la moschea di al-Aqsa e ricostruire “il Tempio immaginario” e aveva esortato il Waqf giordano a proibire l’accesso di tutti gli ebrei al Monte del Tempio anche a costo di annullare il trattato di pace fra Giordania e Israele.