3 dicembre 2015

E’ stata decifrata la scritta impressa da un sigillo del re Ezechia (698-727 a.e.v.), rinvenuta nel 2010 negli scavi condotti all’Ophel, ai piedi della parete sud del Monte del Tempio di Gerusalemme, dall’Istituto di archeologia dell’Università di Gerusalemme: si tratta della prima volta che un sigillo di un re d’Israele o di Giuda viene scoperto in situ in uno scavo archeologico scientifico. Il sigillo ovale di mm 9,7 x 8,6 è stato impresso su una bulla (pezzo di argilla “timbrato”) di 13 x 12 mm e 3 mm di spessore. Attorno alla scritta, il solco lasciato dal telaio dell’anello su cui era fissato il sigillo. La scritta in lettere ebraiche antiche recita: “Appartenente a Ezechia (figlio di) Achaz, re di Giuda”, ed è accompagnata da un sole alato con due simboli ankh (geroglifico egizio che simboleggia la vita eterna). La bulla originariamente sigillava un documento scritto su un papiro arrotolato e legato con corde sottili, scoperto in una discarica risalente all’epoca di re Ezechia o poco dopo, e proveniva da un Palazzo Reale che si trovava nei pressi, parte di una serie di strutture costruite nella seconda metà del X sec. a.e.v. (epoca di re Salomone) come fortificazioni dell’Ophel, il quartiere governativo eretto nella zona che collega la “città di David” con il Monte del Tempio. “Sebbene impronte di sigilli con il nome del re Ezechia siano già presenti sul mercato antiquario dalla metà degli anni ‘90, alcune con lo scarabeo alato, altre con il sole alato – ha spiegato Eilat Mazar, direttore dello scavo – questa è la prima volta che l’impronta del sigillo di un re d’Israele o di Giuda viene alla luce in uno scavo archeologico scientifico”. Vedi le immagini su Jerusalem Post e Times of Israel