3 dicembre 2019

E’ stata annunciata, lunedì, la scoperta di frammenti di un mosaico negli scavi di una sinagoga dell’antica comunità di Majdolia, sulle alture del Golan. Secondo i ricercatori la sinagoga, attiva dal I secolo e.v. (dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme) sino alla fine del III secolo, rappresenta la più antica testimonianza nella zona di un mosaico a colori relativamente ricercato. La scoperta getta nuova luce su una comunità ebraica poco conosciuta, ma fiorente, nell’estremo nord della Terra d’Israele. Alcuni anni fa gli archeologi hanno scoperto nel sito i resti di una sinagoga rettangolare di 13 metri per 23: un rinvenimento assai rilevante poiché la maggior parte degli esperti ipotizzava che la presenza ebraica sulle alture del Golan fosse venuta meno dopo la prima guerra ebraico-romana  e la distruzione nel 67 e.v. di Gamla, importante centro commerciale della zona in quell’epoca. I mosaici appena scoperti, nonostante il cattivo stato di conservazione, sembrano indicare che non solo la presenza ebraica era continuata, ma era abbastanza fiorente da arricchire di decorazioni lo spazio pubblico. Gli scavi a Majdulia, vicino all’odierna Natur, sono iniziati nel 2014 sotto la guida di Mechael Osband, membro del Dipartimento Studi in Terra d’Israele dell’Ohalo College e dello Zinman Institute of Archaeology dell’Università di Haifa. Negli ultimi anni è stato affiancato da Benjamin Arubas, dell’Università di Gerusalemme.

Un particolare del mosaico scoperto nella sinagoga di Majdolia (clicca per ingrandire)

I resti della sinagoga di Majdulia, sul Golan (clicca per ingrandire)