30 maggio 2023

Meir Tamari, elettricista israeliano di 32 anni, è stato mortalmente ferito, martedì, in un attentato terroristico con armi da fuoco presso Hermesh (Cisgiordania nordoccidentale). Lascia la moglie e due figli in tenera età. È il ventesimo israeliano ucciso a sangue freddo dai terroristi dall’inizio dell’anno. Secondo le prime indagini, i terroristi hanno esploso almeno sette colpi di mitra M16 contro l’auto in cui transitava la vittima, per poi  fuggire verso la città di Jenin. Le Forze di Difesa israeliane sono alla caccia dei responsabili. Il ramo di Tulkarem delle Brigate Martiri di Al-Aqsa, gruppo paramilitare affiliato al Fatah di Abu Mazen, si è assunto la responsabilità dell’attentato dichiarato che “i guerrieri si sono ritirati sani e salvi”. Secondo l’esercito, diversi membri delle Brigate Martiri di Al-Aqsa sono impiegati dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese e sono tra i protagonisti degli scontri a fuoco quasi quotidiani che ingaggiano con le Forze di Difesa israeliane impegnate nell’arresto di terroristi nelle regioni di Tulkarem, Nablus e Jenin. Hamas ha elogiato l’attentato.

Lunedì notte un’ambulanza militare era stata presa di mira in un attacco con armi da fuoco nel sud della Cisgiordania. Domenica terroristi palestinesi avevano aperto il fuoco contro una comunità ebraica nel nord della Cisgiordania e contro una città all’interno di Israele appena al di là della barriera di sicurezza, causando danni ma non vittime.

Meir Tamari, ucciso a sangue freddo martedì mattina in un attentato terroristico palestinese