30 novembre 2020

Visitatori del Bahrein in Israele sono entrati venerdì nel complesso al-Haram Al-Sharif, sul Monte del Tempio di Gerusalemme, senza dichiarare la loro nazionalità per timore di essere respinti. Lo ha riferito radio Galei Tzahal citando il capo-delegazione, sceicco Khalid bin Ahmed al-Khalifa, rappresentante del monarca del Bahrein. “Se avessimo detto loro da dove venivamo ci avrebbero impedito di salire – ha detto al-Khalifa, che dirige il King Hamad Global Center for Peaceful Coexistence – Ma la moschea di al-Aqsa non è solo dei palestinesi, appartiene all’intero mondo musulmano. È inconcepibile che dicano a qualcuno: ti sei normalizzato con Israele, dunque non pregherai a Gerusalemme. È inammissibile che si impedisca a chiunque, di qualsiasi religione, di pregare. E’ una nuova forma di terrorismo. In passato – ha continuato il rappresentante del Bahrein – pensavamo che Israele fosse solo per gli ebrei. Siamo venuti qui e abbiamo scoperto che non è vero: c’è una certa coesistenza, c’è un’accettazione dell’altro”. Al-Khalifa ha concluso dicendo ai turisti israeliani che intendono visitare il Bahrein di non nascondere la loro nazionalità giacché riceveranno “un caloroso benvenuto”. Anche Ahdeya al-Sayed, la presidente dell’Associazione Giornalisti del Bahrein, ha denunciato le minacce palestinesi contro i musulmani del Golfo: “Queste minacce non ci impediranno di andare alla moschea di al-Aqsa – ha detto domenica al Jerusalem Post – Non ci impediranno di recarci in Israele e visitare qualsiasi luogo desideriamo. Sono minacce vuote fatte solo da codardi. La moschea di al-Aqsa è un luogo santo e non appartiene solo ai palestinesi”.