4 agosto 2016

Migliaia di yazidi sono tuttora tenuti prigionieri dallo “Stato Islamico” (ISIS) in Siria, dove molti di loro vengono utilizzati come schiavi sessuali o costretti a combattere per il gruppo. Lo hanno detto mercoledì le Nazioni Unite nel secondo anniversario di quello che nel giugno scorso gli investigatori indipendenti di una Commissione nominata dall’Onu hanno definito un ero e proprio “genocidio” perpetrato dall’ISIS a danno della minoranza religiosa yazidi, iniziato con l’attacco contro la città di Sinjar il 3 agosto 2014. Gli yazidi, una comunità religiosa di 400mila persone nel nord dell’Iraq, sono considerati infedeli dai militanti islamici. L’Onu ha detto che per la maggior parte i prigionieri sono stati portati nella confinante Siria “dove le donne e le ragazze yazidi continuano ad essere sessualmente schiavizzate, mentre i ragazzi yazidi vengono indottrinati, addestrati e utilizzati nelle ostilità”.