4 gennaio 2019

23 agenti sono rimasti feriti o contusi nel corso di violenti tafferugli, con lanci di sassi, scoppiati giovedì mattina quando forze di sicurezza e di polizia israeliane hanno fatto sgomberare decine di attivisti israeliani barricati ad Amona, l’insediamento da cui due anni fa erano state fatte sgomberare 42 famiglie dopo che un lungo iter giudiziario aveva stabilito che era stato in parte edificato su terreni di proprietà privata palestinese. Alla fine del mese scorso, come reazione a una serie di attentati che in dicembre hanno causato la morte di tre israeliani tra cui un neonato di quattro giorni, un gruppo di attivisti si è nuovamente stabilito con due caravan sul sito, sostenendo che un appezzamento di 4 ettari era stato acquistato legalmente dai proprietari palestinesi originari grazie a investitori e donatori privati. Una petizione presentata all’Alta Corte di Giustizia israeliana per una sospensione dell’ordine di sgombero è stata tuttavia respinta, e le autorità hanno dato agli attivisti 48 ore di tempo per sgomberare, termine scaduto mercoledì sera. Gli incidenti hanno suscitato vivaci reazioni politiche in Israele, con le opposizioni di sinistra che accusano il governo d’aver indirettamente incoraggiato i comportamenti illegali degli attivisti e gli chiedono una condanna senza riserve dei facinorosi che aggrediscono le forze di sicurezza, e le opposizioni di destra che attaccano il governo per non aver ancora attuato con la stessa determinazione lo sgombero, decretato dalla Corte Suprema, del villaggio beduino abusivo di Khan al-Ahmar.