4 gennaio 2021

Israele non è responsabile della morte di Yasser Arafat e la seconda intifada (l’intifada delle stragi suicide scoppiata nel settembre 2000) fu “il più grande errore di Yasser Arafat, il quale non avrebbe dovuto tornare al terrorismo”. Lo ha affermato Suha Arafat, 57 anni, vedova dell’ex presidente dell’Olp. Sul suo account Instagram, Suha ha scritto venerdì che non accusa nessuno, “nemmeno Israele”, d’aver ucciso Arafat (deceduto in un ospedale francese nel novembre 2004) “perché finora non ho prove contro nessuno”, aggiungendo di non volere che la questione della morte di suo marito venga usata “nelle lotte politiche interne” palestinesi: una probabile allusione alle accuse di alti funzionari dell’Autorità Palestinese contro Mohammed Dahlan, ex comandante della sicurezza dell’Autorità Palestinese nella striscia di Gaza, deposto e in esilio da 10 anni dopo che si è scontrato con Abu Mazen. Da molto tempo, esponenti dell’Autorità Palestinese e di Fatah sostengono che Israele avrebbe assassinato Arafat con l’aiuto di “collaborazionisti” palestinesi, sebbene una speciale commissione d’inchiesta istituita dalla stessa Autorità Palestinese non sia riuscita a provare l’accusa. Suha, che vive all’estero dalla morte di Yasser Arafat, ha spesso accusato i capi palestinesi di volerla zittire. Sabato, diversi esponenti palestinesi l’hanno attaccata per aver “assolto” Israele dalla morte di suo marito.