5 gennaio 2017

“L’indagine per corruzione a carico del premier israeliano è una vera espressione di separazione dei poteri e indipendenza del potere giudiziario. E’ l’espressione di un autentico stato di diritto dove tutti sono uguali davanti alla legge, e non uno stato di leggi manipolate”. Lo ha scritto sul giornale arabo edito a Londra Rai al-Youm l’ex ministro dell’Autorità Palestinese per gli affari dei prigionieri Sufian Abu Zaida. “A Netanyahu non è di nessun utilità il fatto d’essere il responsabile della polizia israeliana – ha scritto Abu Zaida, che è un sostenitore di Mohammed Dahlan, il principale rivale del presidente palestinese Abu Mazen – Non è che per questo Netanyahu possa minacciare qualcuno per far ritrattare sospetti e accuse, non può eludere l’indagine dipingendola come una cospirazione contro il paese. Netanyahu non può utilizzare gli apparati di sicurezza per minacciare investigatori e giudici con vari pretesti. In uno stato di diritto, il loro compito è quello  di proteggere il paese, la legge e il cittadino, non quello di proteggere dalle indagini il presidente o il primo ministro. In uno stato di diritto, difesa esecutivo e giudiziario non possono essere utilizzati come una spada sulla testa degli oppositori politici”.