5 luglio 2017

Con 10 paesi a favore, 3 contrari e 8 astenuti, i 21 membri del Comitato Unesco per il Patrimonio dell’Umanità hanno nuovamente approvato martedì una risoluzione che etichetta Israele come “potenza occupante” a Gerusalemme affermando che svolge “politiche illegali” nella Città Vecchia, compresi gli scavi archeologici. “Non c’è niente di più vergognoso dell’Unesco che dichiara che l’unico stato ebraico al mondo è una potenza occupante al Muro Occidentale e nella Città Vecchia di Gerusalemme” ha dichiarato l’ambasciatore d’Israele all’Onu Danon, aggiungendo: “Nessun falso Comitato per il Patrimonio dell’Umanità potrà mai spezzare i legami tra il popolo ebraico e Gerusalemme”. Il Ministero degli esteri israeliano ha definito la risoluzione “triste, inutile e patetica” nonché “un’altra decisione bizzarra e irrilevante dell’Unesco, al servizio dei nemici della storia e della verità”. Naftali Bennett, ministro israeliano dell’istruzione e capo del Comitato israeliano dell’Unesco, ha dichiarato che “le ripetute false rivendicazioni dell’Unesco non cambiano la connessione ebraica con Gerusalemme né la realtà sul terreno”, e ha aggiunto: “Invece di proteggere centinaia di siti distrutti dall’islamismo estremista, tra cui la moschea al-Nuri a Mosul, l’Unesco agisce contro l’unico paese del Medio Oriente che tutela tutti i luoghi sacri e riconosce libertà religiosa a tutti i fedeli”. Va notato che, a differenza del testo approvato l’anno scorso, questa volta la risoluzione evita di denominare il Monte del Tempio con il termine musulmano di “Al-Aqsa-Al-Haram Al-Sharif” limitandosi ad indicarlo come “un luogo santo di culto islamico”.