5 luglio 2019

Il ministro degli esteri spagnolo Josep Borrell, 72 anni, designato come prossimo rappresentante della politica estera dell’Unione Europea in sostituzione della uscente Federica Mogherini, nel 1969 fece un’esperienza di lavoro volontario in un kibbutz, ma di recente come ministro si è distinto per prese di posizione molto controverse. Circa un anno fa propose all’Unione Europea di riconoscere unilateralmente lo stato palestinese (senza attendere un accordo di pace con Israele) e minacciò che la Spagna l’avrebbe fatto da sola, anche se questo non è poi avvenuto. In una serie di tweet, Borrell ha poi lodato la rivoluzione islamica iraniana in occasione del suo quarantennale, scrivendo fra l’altro: “Il tasso di alfabetizzazione è aumentato dal 35% all’84% e la partecipazione delle donne alla forza lavoro è aumentata dal 5% al 47%”. Intervistato a febbraio dal giornale Politico sugli appelli dell’Iran per la distruzione di Israele, Borrell ha risposto: “L’Iran vuole annientare Israele? Niente di nuovo. Dobbiamo farcene una ragione”. Parlando degli incidenti ai confini fra Gaza e Israele ha affermato che essi “riflettono la disumanizzazione dei palestinesi da parte di gran parte della classe politica e della società israeliana”. La nomina di Borrell richiede l’approvazione del parlamento europeo, ma è molto improbabile che l’organismo la respinga.

Josep Borrell (clicca per ingrandire)