5 marzo 2019

Papa Francesco ha annunciato lunedì la decisione di aprire completamente, a partire dal 2 marzo 2020, gli archivi segreti vaticani relativi agli anni del pontificato di Papa Pio XII durante la seconda guerra mondiale, una mossa da anni attesa e sollecitata da organizzazioni ebraiche e da studiosi di tutto il mondo per chiarire una volta per tutte il ruolo svolto da papa Pacelli, che regnò dal 1939 al 1958. “Da oltre 30 anni – ha dichiarato alla Reuters David Rosen, dell’American Jewish Committee – chiediamo la piena apertura degli archivi segreti della Santa Sede nel periodo della seconda guerra mondiale affinché gli esperti dei principali istituti sulla Shoà valutino nel modo più oggettivo e fedele possibile i documenti storici di quella che fu la più terribile delle epoche”. Anche Yad Vashem, il museo della Shoà di Gerusalemme, ha accolto con favore l’annuncio del Vaticano: “Per anni abbiamo chiesto l’apertura di questi archivi che consentiranno una ricerca obiettiva e aperta e un discorso esauriente su questioni relative alla condotta del Vaticano, e della Chiesa Cattolica in generale, durante la Shoà” si legge in una dichiarazione. Dal canto suo, il portavoce del ministero degli esteri israeliano, Emmanuel Nahshon, ha affermato: “Siamo lieti della decisione e ci auguriamo che renderà possibile il libero accesso a tutti gli archivi pertinenti”. Il presidente d’Israele Reuven Rivlin ha definito la decisione di papa Bergoglio “benvenuta e coraggiosa”.