72 anni fa, la Dichiarazione d’Indipendenza dello Stato d’Israele

Lo storico testo letto da Ben Gurion la sera del 14 maggio 1948

David Ben Gurion legge la dichiarazione d’Indipendenza

Nel tardo pomeriggio di venerdì 14 maggio 1948 venne proclamata l’indipendenza dello Stato d’Israele. La Dichiarazione d’Indipendenza, letta da David Ben-Gurion nei locali del Museo di Tel Aviv, può essere suddivisa in quattro parti:
1. La parte che descrive la storia del popolo ebraico e la sua lotta per ripristinare la propria vita politica e il riconoscimento internazionale di questo diritto.
2. La parte esecutiva, che proclama l’istituzione dello stato.
3. La parte che afferma i principi che guideranno lo stato di Israele.
4. Infine, l’appello alle Nazioni Unite, agli abitanti arabi dello stato, agli stati arabi circostanti e agli ebrei del mondo.

Sebbene la Dichiarazione d’Indipendenza non costituisca di per sé un testo di legge, essa viene riconosciuta in Israele come fonte di diritto tanto è vero che la sua prima e terza sezione sono state citate dalla Corte Suprema a fini di interpretazione normativa. La seconda sezione è la principale fonte d’autorità nel sistema legale israeliano.

Questo il testo integrale:

Il popolo ebraico è nato in Eretz Israel (Terra d’Israele), qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica, qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali di portata nazionale e universale e ha dato al mondo l’eterno Libro dei Libri.

Dopo essere stato forzatamente esiliato dalla sua terra, il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare nel ritorno alla sua terra e nel ripristino in essa della libertà politica.

Spinti da questo attaccamento storico e tradizionale, gli ebrei aspirarono in ogni successiva generazione a tornare e stabilirsi nella loro antica patria. Nei decenni scorsi vi hanno fatto ritorno in massa. Pionieri, ma’apilim [immigranti clandestini] e difensori hanno fatto fiorire i deserti e rivivere la lingua ebraica, hanno costruito villaggi e città e hanno creato una comunità in crescita che controlla la propria economia e la propria cultura, amante della pace ma capace di difendersi, portando i vantaggi del progresso a tutti gli abitanti del paese e aspirando all’indipendenza nazionale.

Nell’anno 1897, su appello del padre spirituale dello stato ebraico Theodor Herzl, venne indetto il primo Congresso sionista che proclamò il diritto del popolo ebraico alla rinascita nazionale nel proprio paese.

Questo diritto venne riconosciuto nella Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 e riaffermato col Mandato della Società delle Nazioni che, in particolare, sancì a livello internazionale il legame storico tra il popolo ebraico ed Eretz Israel e il diritto del popolo ebraico di ricostruire la propria sede nazionale.

La catastrofe (Shoà) che si è abbattuta di recente sul popolo ebraico, con lo sterminio di milioni di ebrei in Europa, è stata un’ulteriore evidente dimostrazione dell’urgenza di risolvere il problema del popolo ebraico privo di patria e di indipendenza, e di ristabilire in Eretz Israel lo stato ebraico che spalancherà le porte della patria a ogni ebreo e conferirà al popolo ebraico lo status di membro a pieno diritto della comunità delle nazioni.

I sopravvissuti alla Shoà nazista in Europa, così come gli ebrei da altre parti del mondo, non hanno mai cessato di immigrare in Eretz Israel nonostante le difficoltà, le restrizioni e i pericoli, e non hanno mai smesso di rivendicare il loro diritto a una vita di dignità, libertà e onesto lavoro nella loro patria nazionale.

Durante la seconda guerra mondiale, la comunità ebraica di questo paese ha dato il suo pieno contributo alla lotta dei popoli amanti della libertà e della pace contro le forze della malvagità nazista, e col sangue dei suoi soldati e il suo sforzo bellico si è guadagnata il diritto di essere annoverata fra i popoli che hanno fondato le Nazioni Unite.

Il 29 novembre 1947, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che prevede la fondazione di uno stato ebraico in Eretz Israel. L’Assemblea Generale chiedeva che gli abitanti di Eretz Israel compissero loro stessi i passi necessari per la messa in atto della risoluzione. Tale riconoscimento da parte delle Nazioni Unite del diritto del popolo ebraico a fondare il proprio stato è irrevocabile. Tale diritto è il diritto naturale del popolo ebraico ad essere, come tutti gli altri popoli, padrone del proprio destino nel proprio stato sovrano.

Pertanto noi, membri del Consiglio del Popolo, rappresentanti della Comunità ebraica in Eretz Israel e del Movimento Sionista, siamo qui riuniti nel giorno della fine del Mandato Britannico su Eretz Israel e, in virtù del nostro diritto naturale e storico e in forza della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiariamo la fondazione di uno stato ebraico in Eretz Israel, che avrà il nome di Stato d’Israele.

Dichiariamo che, con effetto nel momento della fine del Mandato, questa sera, vigilia di sabato 6 di Iyar 5708, 15 maggio 1948, e fino a quando saranno regolarmente istituite le autorità regolari dello stato elette secondo la Costituzione che sarà adottata dall’assemblea elettiva costituente eletta entro il primo ottobre 1948, il Consiglio del Popolo opererà come Consiglio Provvisorio di Stato, e il suo organo esecutivo, l’Amministrazione del Popolo, sarà il Governo provvisorio dello stato ebraico che sarà chiamato Israele.

Lo Stato d’Israele sarà aperto all’immigrazione ebraica e alla riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come preconizzato dai profeti d’Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i Luoghi Santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite.

Lo Stato d’Israele è pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l’applicazione della risoluzione dell’Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e adotterà misure per realizzare l’unità economica di tutte le parti di Eretz Israel.

Facciamo appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico nella costruzione del suo stato e accolgano lo Stato d’Israele nella comunità delle nazioni.

Nel mezzo dell’attacco sferrato contro di noi da mesi, facciamo appello gli abitanti arabi dello Stato d’Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione dello stato sulla base di una piena e uguale cittadinanza e della appropriata rappresentanza in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti.

Tendiamo la mano in offerta di pace e di buon vicinato a tutti gli stati vicini e ai loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di cooperazione e aiuto reciproco con il sovrano popolo ebraico stabilito nella sua terra. Lo Stato d’Israele è pronto a fare la sua parte in uno sforzo comune per il progresso dell’intero Medio Oriente.

Facciamo appello al popolo ebraico ovunque nella Diaspora affinché si raccolga attorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e sostenga lo sforzo dell’immigrazione e della costruzione, e sia al suo fianco nella grande impresa per la realizzazione della millenaria aspirazione: la redenzione di Israele.

Confidando nella “Roccia di Israele”, noi firmiamo questa Dichiarazione in questa sessione del Consiglio di Stato provvisorio, sul suolo della patria, nella città di Tel Aviv, oggi, vigilia di sabato 5 Iyar 5708, 14 maggio 1948.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, n. 1, 5 Iyar 5708, 14 maggio 1948