8 dicembre 2022

Il Ministero degli esteri israeliano ha sospeso il rilascio di permessi d’ingresso ai funzionari dell’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) a causa dei rapporti dell’agenzia sugli attacchi terroristici che il Ministero definisce “sistematicamente distorti”. Secondo Gerusalemme, i dipendenti OCHA trascurano costantemente le vittime israeliane degli attacchi terroristici palestinesi, che l’agenzia non classifica nemmeno come tali, e definiscono “controverse” le circostanze in cui vengono uccisi o feriti civili israeliani prendendo per oro colato le versioni palestinesi. Inoltre, incolpano sempre Israele anche quando le Forze di Difesa israeliane vengono attaccate da palestinesi armati. Israele denuncia i rapporti OCHA come improntati a chiari pregiudizi anti-israeliani e inattendibili. Ad esempio, nel caso di Eliyahu Kay, assassinato l’anno scorso nella Città Vecchia di Gerusalemme da un palestinese armato, l’OCHA ha parlato di “un colono ucciso in territorio occupato”, mentre in realtà Eliyahu Kay era un residente di Modi’in, città all’interno della Linea Verde. L’estate scorsa, su pressioni palestinesi l’agenzia ha rimosso dall’incarico Sarah Muscroft, capo della filiale nel “territorio palestinese occupato”, dopo che questa in un tweet aveva denunciato il “lancio indiscriminato di razzi” della Jihad Islamica Palestinese sui centri abitati israeliani. Il braccio “per il Medio Oriente e il Nord Africa” dell’agenzia Onu è diretto da un palestinese apertamente schierato su posizioni anti-israeliane.