9 luglio 2021

La Corte Suprema israeliana ha respinto, giovedì, con 11 voti contro uno, le 15 petizioni che contestavano la legalità della legge del 2018 sullo “Stato nazionale del popolo ebraico”, accusata d’aver delineato diritti e simboli nazionali ebraici senza una parte che garantisse l’uguaglianza di tutti i cittadini, in particolare delle minoranze. I difensori della legge hanno sostenuto, con successo, che l’uguaglianza di tutti i cittadini israeliani è già esplicitamente garantita nella Legge fondamentale “Dignità umana e libertà”, mentre non esisteva una legge che delineasse il carattere ebraico di Israele. La Corte ha stabilito che la legge in questione non contraddice i fondamenti democratici dello stato giacché costituisce un’ulteriore componente della costituzione in fieri d’Israele formata dall’insieme delle leggi fondamentali: questa in particolare ha lo scopo di fissare le componenti dell’identità dello stato come stato ebraico senza sminuire le componenti dell’identità democratica dello stato, che sono incardinate nelle altre leggi fondamentali e nei principi costituzionali che costituiscono il sistema giuridico israeliano.