9 settembre 2021

Zebulon Simantov, l’ultimo ebreo di cui si aveva notizia in Afghanistan, è finalmente partito per gli Stati Uniti (e forse per Israele), dopo che il gruppo terroristico dei talebani ha preso il controllo del paese il mese scorso. In passato Simantov aveva detto di non voler lasciare l’Afghanistan per occuparsi dell’ultima sinagoga del paese, situata a Kabul. Simantov, insieme a una trentina di donne e bambini , è stato evacuato in un paese vicino mediante un pericoloso viaggio in autobus di cinque giorni, dopo essere stato convinto a partire dall’uomo d’affari israelo-americano Moti Kahana. Simantov, 62 anni, si era finora rifiutato di lasciare l’Afghanistan, dove ha vissuto durante il precedente dominio dei talebani e dopo l’invasione del paese da parte di Stati Uniti e alleati a seguito degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York e Washington e della protezione offerta dai talebani ad al-Qaeda. “Ciò che alla fine l’ha convinto è che i suoi vicini gli hanno detto di andare via e portare con sé i loro figli, perché anch’essi sono in pericolo” ha spiegato Moti Kahana, che gestisce la società di sicurezza privata che ha portato in salvo Simantov e che in passato ha aiutato a salvare persone dalla guerra civile in Siria.

Zebulon Simantov in un video girato poco dopo che è stato tratto in salvo dall’Afghanistan (clicca per ingrandire)