A più di due mesi dalla fine dall’operazione israeliana, l’Unifil conferma l’esistenza dei tunnel terroristici di Hezbollah

Si immagini se Israele avesse aspettato che si muovessero i caschi blu…

All’interno di un tunnel terroristico transfrontaliero di Hezbollah scoperto dalle Forze di Difesa israeliane

L’Unifil, la forza interinale delle Nazioni Unite in Libano, ha ufficialmente confermato l’esistenza di almeno sei tunnel scavati dal Libano meridionale verso Israele ed ha aggiunto che almeno due di essi hanno sicuramente violato la linea blu che segna il confine internazionale sconfinando in territorio israeliano.

I genieri dell’Unifil hanno usato strumenti di verifica come i telemetri laser per confermare l’esistenza dei tunnel nella regione libanese di Kfar Kela, a ridosso del confine con il distretto di Metulla, nell’estremo nord di Israele. Tuttavia l’Unifil – incaricata di garantire il rispetto della risoluzione 1701/2006 del Consiglio di Sicurezza che vieta la presenza di milizie armate nel Libano meridionale e impone il rispetto della Linea Blu di confine – ha dichiarato di non poter stabilire con certezza chi abbia scavato i tunnel, né quando sia stato fatto. L’Unifil afferma inoltre di aver potuto vedere solo cinque dei sei tunnel transfrontalieri segnalati dalle Forze di Difesa israeliane giacché uno di essi è stato distrutto dall’esercito israeliano prima che ne fossimo informati i caschi blu.

A quanto risulta, l’Unifil ha chiesto di entrare in una fabbrica di mattoni dismessa che sorge esattamente di fronte alla città di Metulla, dopo che Israele l’aveva allagata con cemento liquido pompato dall’apertura del tunnel sul versate israeliano, ma il governo di Beirut si è rifiutato di permettere l’accesso dei caschi blu nel complesso in quanto proprietà privata. Risulta inoltre che l’intero complesso è stato ricoperto con teloni blu entro 24 ore dalla richiesta avanzata dall’Unifil.

Israele ha lanciato all’inizio dello scorso dicembre l’Operazione Scudo Settentrionale con la quale ha individuato e distrutto con l’esplosivo, o neutralizzato con cemento liquido, almeno cinque tunnel transfrontalieri per infiltrazioni terroristiche. Il tunnel che partiva dalla fabbrica di mattoni (un edificio in posizione strategica, in prossimità di una postazione Unifil ma non visibile dal versante israeliano della frontiera) è stato il primo ad essere scoperto dalle Forze di Difesa israeliane grazie a rilevamenti effettuati dall’aviazione. Il tunnel terroristico, lungo in totale 200 metri, si estendeva per circa 40 metri sotto i campi di kiwi e meli appartenenti alla comunità di Metulla. Secondo i militari, Hezbollah aveva impiegato circa due anni per costruirlo e attrezzarlo.

A metà gennaio le Forze di Difesa israeliane hanno dichiarato la fine dell’operazione Scudo Settentrionale, dicendo d’aver “privato Hezbollah di una risorsa offensive eccezionale” a cui la milizia sciita filo-iraniana aveva lavorato per anni “nel quadro di un ampio piano per attaccare il territorio israeliano“.

Lunedì il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso “profonda preoccupazione” per i tunnel di Hezbollah, stando a quanto riportato dalla libanese Naharnet News. Guterres ha esortato le forze armate libanesi a “condurre tutte le indagini necessarie sul versante libanese” allo scopo di “confermare che i tunnel non costituiscono più una minaccia per la sicurezza”. Secondo il reportage, Guterres ha anche affermato che le armi di Hezbollah possono “mettere a repentaglio la stabilità del Libano e della regione”, e ha invitato gli stati membri delle Nazioni Unite a “fare il loro dovere” cessando di fornire armi e attrezzature militari a “entità non governative” in Libano.

(Da: Jerusalem Post, 20.3.19)