A scrutinio praticamente concluso, Netanyahu non ha i numeri per guidare un governo destra-più-ultraortodossi

Gideon Sa'ar: "Ora bisogna lavorare per formare un governo del cambiamento"

Di Gil Hoffman, Jeremy Sharon

La Commissione Elettorale Centrale ha completato lo scrutinio dei voti espressi nelle elezioni israeliane del 23 marzo. Lo ha annunciato giovedì pomeriggio una portavoce della Commissione, spiegando che ora ci vorrà del tempo per completare tutte le verifiche del conteggio. I risultati ufficiali saranno pubblicati entro venerdì mattina.

Tuttavia, secondo Canale 12 il conteggio finale non fa registrare nuovi cambiamenti nella distribuzione dei 120 seggi della Knesset, e il dato che emerge è che il campo che sostiene il primo ministro Benjamin Netanyahu totalizza 52 seggi, tutt’al più 59 con i seggi di Yamina. Non ottiene cioè la maggioranza di 61 seggi.

La distribuzione dei seggi nella 24esima Knesset, suddivisi per blocchi anti e pro-Netanyahu più i due partiti non schierati – grafica di Ha’aretz (clicca per ingrandire)

Nel dettaglio, il Likud di Netanyahu ottiene 30 seggi, Yesh Atid di Yair Lapid 17 seggi, l’ultra-ortodosso sefardita Shas 9 seggi, Blu-Bianco di Benny Gantz 8 seggi.

Vi sono quattro partiti con 7 seggi ciascuno, che sono: Yamina di Naftali Bennett, i Laburisti di Merav Michaeli, l’ultra-ortodosso askenazita Ebraismo Unito della Torà e Yisrael Beytenu di Avigdor Lieberman.

Seguono altri quattro partiti con 6 seggi ciascuno: la Lista (araba) Congiunta, il Meretz, Nuova Speranza di Gideon Sa’ar e i Sionisti religiosi di Bezalel Smotrich. Infine il partito arabo islamista Ra’am di Mansour Abbas, che ha superato la soglia ed entra nella Knesset con 4 seggi.

Con questi numeri, si ripropone lo stallo che blocca la scena politica di Israele da due anni. Il leader della formazione di estrema destra Sionismo Religioso, Bezalel Smotrich, ha escluso di aderire a un governo sostenuto dal partito islamista Ra’am. “Non ci sarà un governo di destra retto sul sostegno del partito Ra’am che nega l’esistenza di Israele come stato ebraico: né dall’esterno né dall’interno né con l’astensione o altro. Punto” ha scritto Smotrich su Facebook giovedì mattina. Sempre giovedì Shuaa Mantzur, del team negoziale di Ra’am, ha dichiarato a radio Galei Tzahal che per il partito arabo islamista è impossibile far parte di una coalizione con Smotrich e Itamar Ben Gvir (esponente “kahananista” eletto nella lista dei Sionisti Religiosi).

“È chiaro che Netanyahu non ha una maggioranza per una coalizione sotto la sua guida” – ha twittato il leader di Nuova Speranza, Gideon Sa’ar, l’esponente uscito dal Likud in polemica con Netanyahu – Ora bisogna lavorare con tutti i mezzi a nostra disposizione per formare un governo del cambiamento. E come ho detto la sera delle elezioni, l’ego [degli esponenti politici] non faccia parte dell’equazione”.

(Da: Jerusalem Post, 25.3.21)

Dall’alto a sinistra, in senso orario: Yair Lapid (Yesh Atid), Benjamin Netanyahu (Likud), Naftali Bennett (Yamina), Gideon Sa’ar (Nuova speranza)