Abbattuto jet siriano sconfinato sul Golan

Il caos che imperversa in Siria impone tolleranza zero nella difesa delle frontiere d’Israele

Il jet siriano abbattuto sul Golan (da un filmato dei ribelli siriani postato su YouTube)

Il jet siriano abbattuto sul Golan (da un filmato dei ribelli siriani postato su YouTube)

Le Forze di Difesa israeliane hanno confermato martedì mattina che un jet da combattimento siriano è stato abbattuto da un missile Patriot israeliano dopo che era sconfinato sulle alture del Golan.

E’ la prima volta in oltre 30 anni che un jet siriano penetra nello spazio aereo d’Israele, probabilmente mentre manovrava per attaccare postazioni dei ribelli nella zona di Quneitra catturata il mese scorso da jihadisti affiliati ad al-Qaeda.

“Alle 8.57 – si legge in un comunicato del portavoce militare – un jet da combattimento Sukhoi 24 è penetrato per 800 metri in territorio israeliano ed è stata presa la decisione di abbatterlo. Dal momento in cui è stata presa la decisione al momento dell’impatto sono trascorsi un minuto e 20 secondi. Il missile ha centrato il bersaglio. A quanto ci risulta, l’equipaggio siriano si è espulso e paracadutato con successo. Abbiamo identificato il jet siriano ad un’altezza di 10-14.000 piedi, che è considerata idonea per un attacco. Un jet da combattimento può raggiungere il Mare di Galilea in meno di un minuto e qualunque altra parte del paese nell’arco di cinque minuti”.

Fonti militari siriane hanno reagito sostenendo che l’incidente dimostra che Israele “sostiene l’ISIS e il Fonte Nusra”.

Alla fine del mese scorso, Israele aveva già intercettato sopra il Golan un drone (velivolo teleguidato) sconfinato dal territorio siriano.

“Non intendiamo tollerare nessuna violazione della sovranità israeliana – ha detto martedì alla stampa il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Peter Lerner – Israele risponderà a qualsiasi violazione della propria sovranità”.

“Il jet da combattimento è penetrato in territorio israeliano in un modo minaccioso – ha spiegato il ministro della Difesa Moshe Ya’alon – Non possiamo consentire a nessun soggetto di violare la nostra sovranità, e risponderemo con la massima determinazione a qualsiasi tentativo del genere, che si tratti di un errore o di un atto intenzionale”.

Scrive Mitch Ginsburg, su Time of Israel: «La sua capacità di colpire siti israeliani insieme a considerazioni generali sulla deterrenza nella difesa dei confini di Israele hanno portato alla decisione di abbattere il jet siriano con un missile Patriot terra-aria, anche se appariva abbastanza chiaro che l’aereo non era diretto verso Tiberiade o Tel Aviv. “Non possiamo tollerare alcun tipo di violazione dello spazio aereo israeliano” spiega il generale riservista Ramm Shmueli, ex capo dei servizi di intelligence dell’aviazione israeliana. Il jet, dice, poteva superare il Golan “in 10-20 secondi”. Potenzialmente era a un minuto dal lago di Tiberiade e a quattro minuti da Tel Aviv. Ed era un velivolo “carico di armamenti”. Probabilmente, aggiunge Shmueli, il jet “non aveva intenzione di attaccarci, ma non si può mai dire: un aereo veloce, completamente carico di munizioni, può far cadere all’istante le sue munizioni su Israele, quindi non possiamo correre rischi”. Vento e spinta inerziale hanno poi portato oltre il confine siriano il relitto e i piloti col paracadute.

Un Sukoi 24 siriano simile a quello abbattuto sul Golan, 800 metri all'interno dello spazio aereo israeliano

Un Sukhoi 24 siriano simile a quello abbattuto sul Golan, 800 metri all’interno dello spazio aereo israeliano

L’ultima volta che Israele ha abbattuto un jet siriano fu nel novembre 1985, quando una formazione di F-15 israeliani abbatterono un paio di MiG-23s siriani. Di recente, però, da quando la guerra civile siriana è arrivata ai confini con Israele, c’è stato un drastico aumento nel numero di volte in cui l’aviazione israeliana ha dovuto lanciare i suoi jet a protezione dello spazio aereo del paese, hanno detto le Forze Aeree Israeliane in una dichiarazione in cui spiegano che il processo decisionale relativo all’abbattimento di un velivolo nello spazio aereo israeliano “è una procedura regolamentata, oggetto di continue e frequenti esercitazioni”.

A quanto pare, il ministro della difesa Moshe Ya’alon ha posto al centro della deterrenza israeliana il concetto che Israele dichiara con estrema chiarezza quali sono i limiti invalicabili e reagisce con determinazione ad ogni violazione, indipendentemente dal fatto che il momento sia o meno conveniente. Ya’alon risponde a ogni attacco dalla striscia di Gaza, anche quando si tratta di gruppi non interamente sotto il controllo di Hamas, e pare abbia ordinato attacchi aerei all’interno della Siria ogni volta che Damasco consentiva il trasferimento di armi sofisticate agli Hezbollah in Libano. Allo stesso modo ha incaricato le Forze di Difesa israeliane di rispondere a ogni fuoco intenzionale da oltre la frontiera del Golan e a tutte le minacce provenienti da quel regime.

Questa è la seconda volta nelle ultime tre settimane che Israele abbatte un velivolo siriano. Lo scorso 31 agosto era stata la volta di un drone verosimilmente intento a raccogliere informazioni sulle posizioni dei ribelli sopra la regione di Quneitra, ma che era chiaramente sconfinato nello spazio aereo israeliano. Anche quella volta sembrava certo che il drone non era in missione suicida contro Israele. Ma in un’epoca di altissima incertezza, in un periodo in cui interi stati vicini sono in ginocchio e gruppi affiliati ad al-Qaeda (l’organizzazione terroristica dell’11 settembre, non dimentichiamolo) hanno preso posizione a pochi metri dai frutteti israeliani sulle alture del Golan, la ferma posizione di Israele è uno dei pochi fattori rassicuranti e stabilizzanti». (Da: Times of Israel, 23.9-14).