Abu Mazen appiattito su Hamas

Un grave arretramento della posizione palestinese

Da un articolo di Uzi Arad

image_1626Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha dichiarato che la nascita del governo di unità nazionale palestinese segna l’avvio di una nuova fase nella lotta del popolo palestinese. Ed è proprio così, giacché con tutta evidenza la piattaforma del nuovo governo indica una significativa escalation politica nella lotta palestinese contro Israele. Se Israele non saprà affrontare questa sfida, l’isolamento internazionale imposto finora al governo dell’Autorità Palestinese probabilmente avrà fine, e si avrà il rilancio di legami diplomatici fra vari paesi e il governo Hamas-Fatah testé formato. Col tempo le crepe si allargheranno ulteriormente fino a diventare, dal punto di vista di Israele, una vera frana politica, e le pressioni esercitate l’anno scorso su Hamas perché moderasse le sue posizioni svaniranno completamente.
Se andrà così, si tratterà di un importante successo per Hamas che, da quando è salita al potere all’indomani del disimpegno israeliano dalla striscia di Gaza, ha potuto continuare a rafforzare la sua forza militare, a consolidare il suo potere sul terreno, e ora si appresta a raccogliere frutti politici e internazionali senza aver modificato nulla delle sue posizioni politiche.
Dall’altra parte, Israele si ritrova a combattere una battaglia di retroguardia volta ad arginare questa valanga politica alla quale ha esso stesso contribuito. Il fallimento del disimpegno ha incoraggiato Hamas. E poi, le condizioni elementari poste dal Quartetto a Hamas non sono state abbastanza decisive. Dal momento in cui Abu Mazen ha appiattito le sue posizioni su quelle di Hamas al summit alla Mecca e Israele ha accettato di fatto la cosa, si è aperta la strada alla disponibilità di Abu Mazen ad accettare che la piattaforma del governo di unità nazionale assomigliasse molto alle posizioni di fondo di Hamas. Ecco perché, ad esempio, il nuovo governo palestinese non ha rinunciato al terrorismo e non ha affermato il riconoscimento di Israele. Per quanto riguarda poi al rispetto agli accordi firmati dai palestinesi, qui non vi è nulla da dire giacché lo stesso Abu Mazen di fatto non li rispetta.
Tutto ciò rappresenta un grave arretramento della posizione palestinese, ed non si può non considerare come, in parallelo, proprio in questo periodo molte voci di arabi palestinesi con cittadinanza israeliana dichiarino sempre più esplicitamente che la loro visione è del tutto simile a quella dei loro fratelli di Gaza e Cisgiordania: abolizione dello stato di Israele in quanto stato degli ebrei. Che è poi ciò che comporta l’insisitenza, anche di Abu Mazen, sul cosiddetto diritto al ritorno.
Come affronterà Israele queste sfide? Cercando una via d’uscita nelle iniziative della Lega Araba? Dando la propria disponibilità a saltare la prima fase della Road Map, quella che chiede ai palestinesi di combattere il terrorismo, e passare direttamente a discutere un accordo sullo status finale, che per il momento semplicemente non è fattibile?
Dal momento in cui Abu Mazen si è allontanato dalle richieste del Quartetto e dall’impegno sulla Road Map, con lui Israele non ha più niente da discutere. Abu Mazen si è messo con Hamas, e Israele non può intrattenere rapporti con un governo di unità nazionale palestinese di questo genere.

(Da: YnetNews, 18.03.07)