Abu Mazen aumenta il vitalizio ai massacratori della famiglia Fogel
I due assassini hanno già percepito più di 100mila dollari ciascuno grazie alla legge dell’Autorità Palestinese che premia economicamente i terroristi che uccidono ebrei israeliani
L’11 marzo 2011 due terroristi palestinesi fecero irruzione in una casa di Itamar e trucidarono spietatamente la famiglia Fogel: la madre Ruth, il padre Ehud e tre dei loro figli Yoav, Elad e la neonata Hadas.
Avendo ormai trascorso quasi 10 anni in prigione, lo stipendio che l’Autorità Palestinese versa ai due massacratori della famiglia Fogel è destinato a salire tra breve del 50%, passando da 4.000 shekel (1.203 dollari) a 6.000 shekel (1.806 dollari) al mese.
In applicazione della politica volta a premiare economicamente i terroristi che assassinano ebrei israeliani, l’Autorità Palestinese ha pagato agli assassini della famiglia Fogel uno stipendio mensile sin dal giorno in cui vennero arrestati. Complessivamente, ad oggi l’Autorità Palestinese ha già versato a ciascuno dei due spietati assassini 338.400 shekel (101.847 dollari).
In base alla legge del 2004 sui “prigionieri e prigionieri scarcerati” e alle relative norme applicative, il vitalizio che l’Autorità Palestinese versa a tutti i terroristi detenuti aumenta in ragione del tempo trascorso in carcere (dunque è tanto più alto quanto più sanguinoso è stato il delitto commesso).
L’11 marzo 2011 i cugini palestinesi Hakim Awad e Amjad Awad, all’epoca di 17 e 19 anni, penetrarono nell’abitazione della famiglia Fogel, nella città di Itamar (a sud-est di Nablus). Dapprima uccisero nel sonno i due bambini di 11 e 4 anni. Poi uccisero i genitori, Ehud (di 36 anni) e Ruth (di 35 anni), che nel frattempo erano intervenuti cercando di fermarli. A quel punto i due terroristi lasciarono l’edifico, ma Amjad decise di tornare dentro a cercare armi. Al rientro, sentì la bambina di tre mesi che piangeva e uccise anche lei. Poco dopo il massacro, Hakim e Amjad Awad fecero rientro al loro villaggio. I due vennero individuati e arrestati un mese dopo, il 5 e il 10 aprile, in un’operazione dei servizi, della polizia e delle Forze di Difesa israeliane. Entrambi hanno rivendicato con orgoglio i cinque omicidi senza alcun rimorso, hanno fornito una dettagliata ricostruzione dell’attentato e sono stati condannati a più ergastoli.
(Da: palwatch.org, 11.3.21)