Abu Mazen, come Arafat, cancella la realtà storica della Gerusalemme ebraica

Intanto un capo terrorista Olp esorta all’unità palestinese per la lotta armata contro Israele.

image_3369“La pace non può fondarsi sulla negazione della verità”. Lo ha ribadito domenica l’ufficio del primo ministro israeliano reagendo alle dichiarazioni fatte dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) circa le rivendicazioni arabo-islamiche su Gerusalemme.
Stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa palestinese Ma’an, nel suo intervento alla “Conferenza Internazionale per la Difesa di Gerusalemme” iniziata domenica a Doha (Qatar), Abu Mazen ha affermato che “le autorità d’occupazione israeliane usano i mezzi peggiori e più pericolosi per attuare il loro piano di cancellare il carattere arabo-islamico e cristiano dei Gerusalemme est”, senza fare il minimo riferimento alla storia ebraica della città.
L’ufficio del primo ministro israeliano ha ricordato che ai negoziati di pace di Camp David del luglio 2000 fra l’allora primo ministro israeliano Ehud Barak e il capo dell’Olp e dell’Autorità Palestinese Yasser Arafat, quest’ultimo – fra lo sconcerto dei mediatori americani – negò che sia mai esistito a Gerusalemme un Tempio Ebraico, sostenendo che quella era la ragione per cui egli non intendeva accettare nessun compromesso sul controllo della Città Santa (uno dei fattori che determinarono il fallimento dei negoziati di pace).
“Speriamo – ha concluso l’ufficio del primo ministro – che l’attuale generazione di dirigenti palestinesi non voglia ripetere lo stesso tragico errore commesso allora da Arafat. Se la parte palestinese insiste su una posizione che nega la realtà e che nega totalmente i diritti degli ebrei, allora non vi possono essere le basi per una vera pace e una vera coesistenza”.
“Istigazione all’odio”. Così in serata il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito le dichiarazioni fatte domenica da Abu Mazen a Doha. “E’ tempo che la dirigenza palestinese cessi di distorcere la realtà e di diffondere menzogne. Non è agendo in questo modo che si può fare la pace”, ha concluso Netanyahu.

Nel frattempo Maher Taher, uno dei capi del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, è arrivato per la prima volta, domenica, a Gaza. Taher, 63 anni, gli ultimi quaranta vissuti in Siria e Libano, è entrato nella striscia di Gaza dall’Egitto, attraverso il valico di frontiera di Rafah. Non è chiaro se intenda trasferirsi stabilmente nel territorio sotto il controllo di Hamas. Nelle scorse settimane, diversi alti esponenti di Hamas che da tempo vivevano a Damasco si sono trasferiti con le rispettive famiglie nella striscia di Gaza, dopo che la loro organizzazione ha declinato di schierarsi a sostegno del presidente siriano Bashar Assad nella repressione delle manifestazioni e delle rivolte anti-regime. Venerdì scorso Hamas si è distinta come il primo dei gruppi armati palestinesi che facevano base a Damasco che abbia preso posizione a sostegno delle rivolte (prevalentemente musulmane sunnite) contro Assad (alawita).
Finora il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (Fplp) si è astenuto dal prendere posizione nel conflitto interno siriano. L’Fplp è uno dei vari gruppi armati palestinesi che compongono l’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestia), di cui la fazione più grande è Fatah, capeggiata da Mahmoud Abbas (Abu Mazen). L’Fplp ha sedi a Damasco, a Beirut, in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Il segretario generale del gruppo, Ahmed Sa’dat, è detenuto in Israele dove sconta una condanna a trent’anni per il suo ruolo nella progettazione dell’assassinio, nel 2001 a Gerusalemme, dell’allora ministro israeliano del turismo Rehavam Ze’evi. In un primo tempo, Ahmed Sa’dat trovò rifugio e protezione insieme ad altri terroristi nella Muqata, il palazzo presidenziale di Arafat a Ramallah, che per questo subì un assedio da parte delle Forze di Difesa israeliane.
Come Hamas, l’Fplp rifiuta agli Accordi di pace di Oslo e sostiene l’uso della violenza contro Israele. Al suo arrivo domenica nella striscia di Gaza, Taher ha lanciato un appello per l’unità di tutte le forze palestinesi, comprese Hamas e Fatah, “in modo da poter combattere l’occupazione e i tentativi di giudaizzare Gerusalemme”, ribadendo il proprio sostegno per la “resistenza armata” contro Israele. Il capo del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina ha infine esortato l’Autorità Palestinese di Abu Mazen ad abbandonare il processo di pace.

(Da: Jerusalem Post, 26.2.12)

Nelle foto in alto: il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e il capo del Fronte Popolare di Liberazione Maher Taher