Abu Mazen, il miscredente (stando alle sue stesse parole)

Le bizzarre contraddizioni in cui si va a ficcare chi si ostina a raccontare balle

Di Nissan Ratzlav-Katz

Nissan Ratzlav-Katz, autore di questo articolo

Lo scorso 20 febbraio il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che i palestinesi sono, in realtà, i Cananei.

Proviamo a prendere per buona questa ennesima fantasia da Mille e una notte. Dunque la stirpe arabo-palestinese risalirebbe a quando i figli d’Israele entrarono in Canaan dopo l’esodo dall’Egitto. Il che pone un problemino ad Abu Mazen in quanto musulmano. Il Corano, nella sura al-Ma’ida (nota anche come Capitolo 5) descrive l’ordine di Allah di prendere possesso della Terra d’Israele e spodestarne gli abitanti Cananei.

Versetto 20. «E quando Mosè disse al suo popolo: “O popolo mio! Ricorda la grazia di Allah su di voi, quando ha scelto tra voi i profeti e fece di voi dei re e vi diede quello che non aveva mai dato a nessun popolo al mondo.
21. O popolo mio, entra nella Terra Santa che Allah vi ha destinata e non volgete le spalle: vi ritrovereste perdenti”.
22. Dissero: “O Mosè, essa è abitata da un forte popolo di tiranni. Noi non vi entreremo finché essi non siano usciti. Se escono, allora entreremo”.
23. Due di loro, timorati e colmati di grazia da Allah, dissero: “Entrate dalla porta; quando sarete dentro, trionferete. Confidate in Allah, se siete credenti”.
24. Dissero: “O Mosè, noi non entreremo mai finché saranno là dentro. Va’ tu con il Signore tuo e combattete insieme. Noi resteremo qui in attesa”».

Un testo abbastanza parallelo al racconto biblico. Ma vediamo cosa dicono gli studiosi islamici. Uno dei più importanti commentari del Corano è quello di Abu Jaafar Muhammad Al-Ṭabari (839-923 e.v.). Al-Tabari dice che Allah ha donato la Terra d’Israele agli ebrei “come insediamenti e abitazioni, al posto degli oppressori che vi erano dentro”. Che sarebbero, naturalmente, i Cananei.

“Gli espolratori tornano con i grappoli della Terra di Canaan”, miniatura di Michiel van der Borch, 1332, Koninklijke Bibliotheek, L’Aia

Ismail Ibn Kathir, considerato da molti un altro autorevole esegeta del Corano (1301-1373), sottolinea che Allah condanna i Figli d’Israele per il loro “rifiuto della jihad e la disobbedienza del loro Messaggero, e l’abbandono del dovere di combattere i nemici”. Che sarebbero, di nuovo, i Cananei.

Dunque se Abu Mazen ha ragione, lui è il discendente di un popolo che Allah ha completamente ricusato come erede della terra, a favore degli ebrei. La sua rivendicazione della terra è quindi in contrasto con la legge di Allah. È, in termini musulmani, un mushriq, un miscredente.

Naturalmente gli ebrei non hanno alcun bisogno di affidarsi al Corano per comprendere tutto questo. In effetti, è lo stesso capitolo del Corano che ci dice che gli ebrei non hanno bisogno del Corano.

Versetto 43. «Come potranno mai scegliere te [Muhammad] come giudice, quando hanno la Torà in cui è il giudizio di Allah, e poi volgerle le spalle? Ma quelli non sono credenti!».
(Nota a margine: gli apologeti musulmani dicono che la Torà era corrotta ed è per questo che è necessario il Corano. Ma nel Corano stesso Allah si chiede perché gli ebrei si preoccupino di venire a Maometto quando hanno la Torah, il che significa che dopo tutto non è poi così corrotta. E’ Allah che ha perso il filo o lo hanno perso i suoi apologeti? Ma sto divagando).
44. In verità facemmo scendere la Torà, fonte di guida e di luce. Con essa giudicavano tra gli ebrei i profeti sottomessi ad Allah, e i rabbini e i dottori: in base a ciò che delle Scritture di Allah era stato loro affidato e del quale erano testimoni. Dunque non temete gli uomini, ma temete Me. E non svendete a poco prezzo i Miei versetti. E coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha rivelato, costoro sono i miscredenti».

Sicché Abu Mazen è un mushriq, un miscredente.

Ma non basta, è anche uno stolto. Nel suo discorso alle Nazioni Unite ha affermato che, prima e dopo la Dichiarazione Balfour varata dal governo britannico nel 1917, “i palestinesi avevano creato istituzioni, scuole, ospedali, organizzazioni culturali, teatri, biblioteche, giornali, case editrici, enti economici, imprese e banche con ampia influenza a livello regionale e internazionale”. Beh, in un certo senso ha ragione. Tranne per il fatto che tutto ciò che si chiamava “palestinese”, nel periodo a cui lui si riferisce, era sempre e semplicemente “ebraico”: come la Palestine Symphony Orchestra, il Palestine Post, il Palestine Currency Board, la Brigata Palestinese che combatté (contro i nazi-fascisti) nella Seconda Guerra Mondiale.

Insomma, Abu Mazen dice di essere Cananeo o ebreo? Sono un po’ confuso. O forse lo è lui.

(Da: Times of Israel, 3.3.18)

19 giugno 2016. Il presidente palestinese Abu Mazen fa omaggio al re saudita Salman di una copia incorniciata del “Palestine Post” del 13 agosto 1935 con la notizia di una visita dell’emiro Saud nella Palestina Mandataria. Il fatto curioso è che il “Palestine Post” era un giornale ebraico e sionista, precursore dell’attuale “Jerusalem Post”. Abu Mzen non avrebbe potuto esibire qualcosa di diverso perché enti e imprese che oggi Abu Mazen vanta come “palestinesi” erano creati dagli “ebrei di Palestina” (clicca per ingrandire)