Abu Mazen: intoccabili i vitalizi ai “martiri” e il “diritto” al ritorno dentro Israele

Il presidente palestinese annuncia di nuovo le elezioni, ma non indica una data e pone condizioni al momento irrealizzabili

Di Khaled Abu Toameh

Khaled Abu Toameh, autore di questo articolo

In un discorso tenuto lunedì a Ramallah in occasione del 15esimo anniversario della morte del suo predecessore Yasser Arafat, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha annunciato che sta progettando di indire nuove elezioni parlamentari e, successivamente, presidenziali, ma non ha dato nessuna indicazione sulla possibile data. Anzi, ha sottolineato che non si terranno elezioni di sorta se esse non includeranno la parte est di Gerusalemme e la striscia di Gaza.

Sempre lunedì, mentre a Ramallah e in altre città della Cisgiordania centinaia di palestinesi marciavano sventolando bandiere gialle di Fatah e manifesti di Arafat, nella striscia di Gaza le forze di sicurezza di Hamas arrestavano un certo numero di palestinesi che intendevano tenere una manifestazione per commemorare Arafat. La scorsa settimana, la fazione Fatah che fa capo ad Abu Mazen aveva accusato Hamas d’aver bandito tutti gli eventi in occasione dell’anniversario della morte di Arafat.

Lo scorso settembre, durante il suo discorso davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Abu Mazen aveva già annunciato la sua intenzione di indire nuove elezioni palestinesi. Da allora, l’Autorità Palestinese e diverse fazioni palestinesi, tra cui Hamas e la Jihad Islamica, hanno intrattenuto negoziati indiretti nel tentativo di arrivare a un accordo che permettesse di tenere finalmente le elezioni a lungo rimandate. Le ultime elezioni presidenziali palestinesi si sono svolte nel 2005, mentre l’ultima votazione parlamentare ha avuto luogo nel 2006.

Il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen

Nonostante i negoziati indiretti, tuttavia,  l’Autorità Palestinese e le fazioni palestinesi, in particolare quelle che fanno base nella striscia di Gaza, non hanno finora raggiunto nessun accordo e questo significa che le elezioni non si potrebbero tenere nella striscia di Gaza controllata da Hamas. Nel suo discorso di lunedì Abu Mazen ha espresso l’auspicio che Hamas e tutte le fazioni palestinesi rispondano positivamente alla sua iniziativa di indire le elezioni. “Spero che tutti si mostrino responsabili e dicano di sì alle elezioni” ha detto Abu Mazen, affermando di essere determinato a proseguire con i suoi sforzi “nonostante le circostanze”.

I palestinesi, ha poi aggiunto Abu Mazen, continueranno a battersi per realizzare il sogno di “istituire uno stato palestinese indipendente, conseguire l’autodeterminazione e il diritto al ritorno” dentro Israele per i profughi palestinesi e i loro discendenti.

Abu Mazen ha anche fatto riferimento alla controversia relativa ai vitalizi versati dall’Autorità Palestinese ai detenuti per terrorismo e ai famigliari dei terroristi morti compiendo attentati. “Israele dice che i martiri sono criminali, terroristi e assassini – ha esclamato Abu Mazen – Israele può andare al diavolo. Noi non rinunceremo mai ai nostri martiri, che per noi sono i più sacri”.

Infine Abu Mazen ha fatto riferimento al piano per la pace in Medio Oriente annunciato dall’amministrazione Trump. “Hanno cercato di darci lo schiaffo del secolo – ha detto Abu Mazen – ma siamo noi che gli abbiamo dato uno schiaffo in faccia. Non rinunceremo alla nostra causa, indipendentemente dalle circostanze. Non rinunceremo al sogno della nostra gente. E questo sogno verrà realizzato nel prossimo futuro”. L’amministrazione americana non ha ancora pubblicato il suo piano né ha specificato quando verrà diffuso, ma Abu Mazen e tutte le fazioni palestinesi lo hanno già respinto preventivamente.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 11.11.19)

Come mostra la mappa su questo logo della Società Giordana per il Ritorno dei Profughi, tutta la pubblicistica araba intende il “diritto al ritorno” come il “diritto” a invadere e cancellare Israele