Abu Mazen non ha condannato l’attentato a Tel Aviv

Il suo gelido comunicato non lo nomina nemmeno e lascia aperta la strada alla glorificazione dei terroristi che farà seguito, come tutte le altre volte

Le quattro vittime dall’attentato a Tel Aviv

Dall’inizio nell’ottobre scorso di quest’ultima ondata di attacchi terroristici anti-israeliani, l’Autorità Palestinese e Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen, hanno sistematicamente onorato e glorificato tutti i terroristi che hanno effettuato attentati in qualsiasi modo (armi bianche e armi da fuoco, contro civili e militari). A volte l’Autorità Palestinese non celebra immediatamente i terroristi per evitare la riprovazione internazionale. Ma appena cala l’attenzione dall’estero, i terroristi vengono osannati e acclamati, dalle scuole ai campi sportivi, dalle moschee ai mass-media e ai social network.

Al momento in cui scriviamo non è ancora iniziato il processo di pubblica e ufficiale celebrazione per i due terroristi palestinesi che hanno ucciso a raffiche di mitra quattro civili israeliani, mercoledì sera, in un bar-ristorante del centro di Tel Aviv. Tuttavia, Autorità Palestinese e Fatah sono state molto attente alle parole che hanno usato in riferimento all’attentato.

Non va inoltre dimenticato che la più chiara affermazione di sostegno al terrorismo da parte dell’Autorità Palestinese, al di là delle parole, è che anche i due terroristi che hanno assassinato mercoledì sera i cittadini israeliani a Tel Aviv verranno da subito remunerati con una retribuzione mensile, perché così vuole la legge dell’Autorità Palestinese.

Giovani palestinesi distribuiscono dolci nelle strade di Tulkarem (Cisgiordania) per festeggiare l’attentato di mercoledì sera a Tel Aviv

Dopo che l’attacco terroristico a Tel Aviv è stato condannato in termini netti da molti governi e da tutti i principali leader mondiali tra cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha diramato giovedì una dichiarazione in cui, lungi dal condannare l’attacco terroristico che non viene nemmeno menzionato, ribadisce il proprio generico “rifiuto di ogni operazione che colpisca civili da parte di chiunque, indipendentemente dalle giustificazioni”.

Si noti che Abu Mazen, se vuole condannare in modo chiaro e netto un atto di terrorismo, sa benissimo come farlo. Due giorni fa, quando cinque giordani sono stati uccisi dai terroristi, il comunicato di Abu Mazen è stato esplicito e inequivocabile: “Il presidente ha condannato questo evento terroristico, che ha profanato la sacralità del mese santo di Ramadan”.

Abu Mazen parla chiaro. Assassinare giordani è “terrorismo”, assassinare israeliani è “un’operazione che colpisce civili”. Il presidente palestinese “condanna l’evento terroristico” quando colpisce in Giordania; esprime “rifiuto di ogni operazione che colpisca civili” quando colpisce in Israele.

Vale la pena leggere di seguito i due comunicati di Abu Mazen, emessi a due giorni di distanza l’uno dall’altro, per rendersi conto delle differenze e di come il secondo – gelido e generico – sia studiato in modo da compiacere gli osservatori internazionali lasciando ben aperta la strada per la glorificazione dei terroristi che farà invariabilmente seguito.

Titolo: «Il presidente ha espresso condoglianze al re di Giordania per le vittime, la Palestina ha condannato l’attacco terroristico nel campo profughi di Al-Baq’a». Testo: «Il presidente Mahmoud Abbas [Abu Mazen] ha chiamato ieri sera [6.6.16] il re di Giordania Abdullah II e gli ha espresso le condoglianze per le vittime dell’attentato terroristico che ha avuto luogo ieri mattina nel campo profughi palestinese di Al-Baq’a e che è costato la vita a cinque membri dell’intelligence generale giordana. Il presidente ha condannato questo evento terroristico, che ha profanato la sacralità del mese santo di Ramadan e la santità della sicurezza giordana. Egli ha sottolineato la nostra grande solidarietà verso il popolo giordano, il suo governo e il suo re contro tutti gli atti di terrorismo, e il fatto che il nostro popolo e la nostra dirigenza sono al fianco della Giordania, e il suo desiderio che il regno prosegua lungo la strada della sicurezza, della stabilità e della prosperità.» (Da: Al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 7.6.16).

Titolo: «L’ufficio presidenziale ha condannato la violenza contro i civili, indipendentemente dalla loro origine». Testo: «L’ufficio presidenziale ha detto d’aver sottolineato più volte il proprio rifiuto di ogni operazione che colpisca civili da parte di chiunque, indipendentemente dalle giustificazioni. L’ufficio presidenziale ha aggiunto in una dichiarazione: “Il raggiungimento di una pace giusta e la creazione di un clima positivo sono ciò che contribuirà alla riduzione e cancellazione delle cause di tensioni e violenze nella regione”. E ha concluso dicendo: “Il raggiungimento della pace richiede che tutti smettano di effettuare operazioni che rischiano di aumentare le tensioni e il ricorso alla violenza”.» (Da: Wafa, agenzia di stampa ufficiale palestinese, 9.6.16]

Interessante anche il modo con cui la tv dell’Autorità Palestinese ha dato notizia dell’attentato a Tel Aviv. Il conduttore del notiziario ha detto: «Le forze di occupazione hanno invaso la città di Yatta, a sud di Hebron, e hanno cominciato a perquisire e distruggere [sic] un certo numero di case degli abitanti sostenendo che vengono da questa città i due giovani che hanno effettuato l’operazione a Tel Aviv.» (Da: Tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 9.6.16)

(Da: PMW Bulletin, israele.net, 9.6.16)

Il ministro israeliano Yuval Steinitz ha definito giovedì la dichiarazione di Abu Mazen “una condanna che è quasi una consacrazione del terrorismo”. Parlando alla tv Canale 2, Steinitz ha detto: “Chi non riesce a chiamare terrorismo il terrorismo e assassinio l’assassinio, è meglio che non cerchi nemmeno di pronunciare condanne. Invece di condanne ridicole come questa, Abu Mazen dovrebbe smetterla di insegnare, anche nelle sue scuole, che uccidere gli ebrei è una cosa buona”. (Da: Times of Israel, 9.6.16)