Abu Mazen: Non è necessario riconoscere Israele

Il presidente palestinese parla di pace con Condoleezza Rice, ma dice cose diverse alla tv araba

image_1397Subito dopo aver dichiarato, durante un incontro la settimana scorsa con il segretario di stato Usa Condoleezza Rice, che avrebbe chiesto a Hamas di riconoscere il diritto ad esistere dello stato di Israele, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha detto, riesponendo alle domande della tv araba al-Arabiya, che né Hamas né la sua stessa fazione Fatah sono obbligati a riconoscere lo stato ebraico. “Hamas non è obbligata a riconoscere Israele – ha detto Abu Mazen – Non è necessario che lo faccia Hamas, né che lo faccia Fatah, né il Fronte Popolare.
Le contraddittorie dichiarazioni, in arabo e in inglese, del presidente palestinese sono state sottolineate dal centro di monitoraggio Palestinian Media Watch.
Incontrando Condoleezza Rice, Abu Mazen aveva garantito che avrebbe richiesto il riconoscimento di Israele da parte di Hamas come pre-condizione per creare un governo di unità nazionale. La Rice, dal canto suo, aveva dichiarato ai giornalisti in una conferenza stampa insieme ad Abu Mazen che gli Stati Uniti avrebbero trovato il modo di aiutare il presidente palestinese, esprimendo anche “grande ammirazione” per la sua leadership e per ciò che ella definiva la sua “volontà” di riavviare i negoziati israelo-palestinesi.
Tuttavia, poco dopo, parlando in arabo alla tv al-Arabiya, lo stesso Abu Mazen spiegava che nemmeno Fatah ha mai ufficialmente riconosciuto Israele. “L’Olp [organizzazione ombrello di varie fazioni palestinesi] ha riconosciuto Israele nel 1993 quando Israele riconobbe l’Olp – ha spiegato Abu Mazen – Ma ognuno ha il diritto di dire: io non lo riconosco. È chiaro? È un diritto di chiunque e di qualunque organizzazione”.
È vero che diversi leader di Fatah, compreso lo stesso Abu Mazen, hanno affermato molte volte di riconoscere lo stato ebraico. Ma Abu Mazen ha spiegato ai telespettatori di al-Arabiya che tali dichiarazioni di riconoscimento erano necessarie per fare fronte alle esigenze “quotidiane” degli affari palestinesi e che il riconoscimento da parte sua riguardava soltanto gli interlocutori politici israeliani, non lo stato di Israele in quanto tale. “Il futuro governo [palestinese] – ha detto Abu Mazen – avrà a che fare ogni giorno con gli israeliani e ogni ora, forse ogni minuto, vi saranno contatti fra ministri palestinesi e ministri israeliani. Dunque vi chiedo: come potrebbero, questo governo o i suoi ministri, non riconoscere i loro interlocutori e risolvere i problemi del popolo?”
A titolo di esempio della necessità di riconoscere i singoli interlocutori politici israeliani, Abu Mazen ha fatto riferimento ai 500 milioni di dollari di prelievo fiscale destinati all’Autorità Palestinese ma congelati da Israele dopo l’elezione di Hamas. “Il ministro delle finanze palestinese deve arrivare a un accordo con il ministro delle finanze israeliano sul trasferimento di questi soldi. Dunque, come può fare un accordo se non lo riconosce?”

(Da: YnetNews, 11.10.06)