Accademici palestinesi negano le prove archeologiche della millenaria presenza degli ebrei in Terra d’Israele

VIDEO La tv di Abu Mazen bombarda i suoi ascoltatori con la menzogna secondo cui gli ebrei non sono altro che "colonialisti" e "occupanti" arrivati solo nel 1948

L’Autorità Palestinese insiste con la sua propaganda volta a negare qualunque legame storico fra ebrei e Terra d’Israele, mandando in onda sulla sua televisione accademici e politici che contestano persino le più evidenti prove archeologiche.

La ong Palestinian Media Watch ha segnalato tre nuovi casi di accademici palestinesi apparsi in ottobre e novembre sulla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese per negare le evidenze archeologiche che collegano gli ebrei al paese. In tutti e tre i casi, gli accademici hanno spudoratamente negato l’esistenza di qualunque testimonianza di vita ebraica in Terra d’Israele prima del 1948, descrivendo l’attuale popolazione ebraica come fatta di occupanti e usurpatori.

“Gli ebrei affermano di essere stati in Palestina 2000 anni fa” ha affermato lo scorso 6 novembre Riyad al-Aileh, docente palestinese di scienze politiche dell’Università Al-Azhar, in un programma tv intitolato “L’autorità suprema”. “Se guardiamo alla storia – ha continuato al-Aileh – vediamo che non ce n’erano in Palestina in passato, ma solo come invasori meno di 70 anni fa. In questi 70 anni sono stati degli invasori come gli hyksos, i bizantini, i persiani e il colonialismo [britannico]. Il popolo palestinese cananeo è riuscito da allora a sconfiggere gli invasori e a persistere su questa terra”.

Allo stesso modo Abir Zayyad, un’archeologa di Gerusalemme affiliata a Fatah (il movimento che fa capo al presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen), lo scorso 7 novembre in un programma intitolato “L’aroma della storia” ha dichiarato: “Non abbiamo prove archeologiche della presenza dei figli d’Israele in Palestina in quel periodo storico 3.000 anni fa, né a Gerusalemme né in tutta la Palestina”.

Un mese prima, lo scrittore palestinese Haidar Massad aveva affermato in un’intervista che la storia ebraica è stata “falsificata”. Parlando il 6 ottobre alla trasmissione “La Palestina questa mattina”, Massad ha dichiarato: “Ho scritto un romanzo intitolato Il palazzo, che è stato pubblicato nel 2019. Questo romanzo parla della falsificazione della geografia storica nella narrativa sionista e talmudica [=ebraica]. Il lettore può convincersi che in questa terra, la Palestina, che è sempre stata araba, i figli d’Israele non ci sono mai stati”.

L’Autorità Palestinese non ha mai cessato di divulgare sistematicamente una versione “rivisitata” della storia con l’obiettivo di cancellare la nazionalità ebraica radicata in Terra d’Israele, indottrinando la popolazione palestinese con una narrazione di pura fantasia.

Lo scorso 15 novembre, lo stesso ministro palestinese degli affari esteri e degli affari degli espatriati, Riyad al-Malki, ha affermato durante una riunione dell’Unesco che la cultura palestinese è più antica di 10.000 anni. “La Palestina – ha dichiarato al-Malki – è la culla della cultura e delle religioni e parte del passato, dell’eredità e della storia del nostro popolo palestinese è incisa nei muri della sua capitale, Gerusalemme: questa eredità che Israele, la potenza occupante, si adopera per controllare e distruggere e falsificare la storia, è testimone del radicamento del nostro popolo nella sua terra da più di 10.000 anni, il che confuta la narrativa sull’insediamento colonialista dell’occupazione israeliana”.

La scorsa estate, la ong Palestinian Media Watch ha documentato un intervento alla tv del ministro della cultura dell’Autorità Palestinese Atef Abu Saif, che affermava: “La nostra lotta è contro questo stato che è venuto fuori dal nulla, senza storia e senza geografia, ha rubato la nostra terra e vuole porre fine alla nostra esistenza. C’è uno scrittore bugiardo che ha scritto una storia sulla sua falsa presenza in questa terra, e poi è venuto qui e vuole realizzare il suo racconto. Non c’è nulla nella storia che provi questa presenza. Non hanno trovato una sola pietra. Sanno che non hanno alcun legame con questa città [Gerusalemme ], che non hanno alcun legame con questa storia e che non hanno alcun legame con la geografia, così come non hanno alcun legame con il futuro”.

Commentando queste dichiarazioni alla tv palestinese, la ong Palestinian Media Watch ha scritto: “L’Autorità Palestinese rifiuta regolarmente l’autenticità degli innumerevoli ritrovamenti archeologici e delle tante fonti extra-bibliche che attestano la presenza e la sovranità ebraica migliaia di anni fa. Il messaggio politico trasmesso per decenni dai dirigenti dell’Autorità Palestinese si è talmente diffuso e consolidato che viene ormai ripetuto anche dagli accademici palestinesi”.

(Da: Jerusalem Post, 1.12.19)